Conti deposito, BOT, conti remunerati: chi vince oggi sugli investimenti a breve termine

Conti deposito, BOT o conti remunerati? La liquidità ferma sul conto non basta più. A giugno 2025 c’è chi promette tassi interessanti, chi punta tutto sulla sicurezza e chi cerca un equilibrio tra rendimento e flessibilità. La vera domanda è: tra banche e Stato, chi sta davvero premiando chi ha soldi da parcheggiare? I numeri parlano chiaro, ma c’è di mezzo molto più che una percentuale.

C’è un momento, per ogni risparmiatore, in cui tenere i soldi fermi inizia a pesare. A giugno 2025 quel momento sembra essere arrivato. Tassi d’interesse in movimento, promozioni bancarie, BOT di nuova emissione, e persino conti correnti che provano a tornare competitivi.

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Le opzioni sul tavolo sono almeno tre: conti deposito, BOT e conti correnti remunerati. Tutte soluzioni sicure, ma con vantaggi e limiti ben diversi. E quando si tratta di scegliere, anche una frazione di punto percentuale può fare la differenza.

Chi ha liquidità disponibile oggi si trova davanti a un bivio: giocare in difesa con lo Stato, puntare sull’efficienza delle banche, o restare nel mezzo con un conto remunerato, senza scadenze né vincoli. Ma quale tra queste opzioni è davvero la più conveniente?

Conti deposito e correnti: le banche rilanciano con tassi e promozioni

Nel 2025 i conti deposito stanno vivendo una seconda giovinezza. Le banche stanno offrendo tassi che fino a un anno fa sembravano impensabili. Alcuni esempi? Conto Arancio (ING) con 3,5 % lordo per sei mesi senza vincoli, Scalable Capital al 3,5 % promozionale fino a fine anno, Aidexa con oltre il 3 % su conto flessibile, Mediocredito Centrale con un 3,2 % riservato agli under 35, e Twist, che propone il 3 % su 12 mesi vincolati.

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Una volta sottratti il 26 % di tasse e lo 0,20 % di imposta di bollo, il rendimento netto si aggira tra il 2,2 % e il 2,6 %. Le somme sono coperte dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi, fino a 100.000 euro per banca, con rimborso rapido in caso di insolvenza.

I conti correnti remunerati, invece, offrono una via di mezzo: secondo i principali comparatori (Segugio.it, Confrontaconti.it), i tassi vanno dallo 0,5 % all’1,5 % lordo, raramente oltre. La tassazione resta al 26 %, e molti conti applicano commissioni se non si rispettano soglie di giacenza o operatività minima. Offrono massima flessibilità, ma a costo di guadagni più modesti.

BOT: rendimento più basso, ma garanzia dello Stato

I BOT, Buoni Ordinari del Tesoro, sono ancora lo strumento di riferimento per chi cerca sicurezza assoluta. Le aste più recenti mostrano un rendimento lordo del 2,724 % per i BOT a sei mesi, che equivale a circa 2,02 % netto. I BOT annuali rendono meno: tra 1,55 % e 1,58 % netto. Il vantaggio? La tassazione agevolata al 12,5 % e l’esenzione dall’imposta di bollo.

Inoltre, i BOT sono garantiti direttamente dallo Stato italiano, senza limiti di copertura. Il capitale viene restituito interamente alla scadenza, salvo eventi estremi di insolvenza, considerati altamente improbabili. Tuttavia, non offrono flessibilità: per recuperare il denaro prima del termine bisogna venderli sul mercato, rischiando di incassare meno.

Nel confronto attuale, chi cerca il miglior compromesso tra rendimento e protezione guarda ai conti deposito, specie quelli senza vincoli. Ma per chi antepone la certezza assoluta alla resa, i BOT restano un’opzione concreta. I conti remunerati, invece, sembrano ancora un passo indietro: utili per la gestione quotidiana, ma poco incisivi per chi vuole far crescere davvero la propria liquidità.

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