Ha senso tenere i soldi fermi sul conto corrente? Quello che è successo a Gianni, partito da 500 euro e una lunga lista di imposte pagate, racconta una realtà più diffusa di quanto sembri. Poi, una scelta semplice ha cambiato tutto. E se oggi fosse davvero il momento giusto per guardare oltre il proprio conto bancario?
Per anni, Gianni ha visto il proprio conto corrente restare immobile. Cinquecento euro parcheggiati lì, apparentemente al sicuro, ma lentamente erosi da costi e tasse. Nessun guadagno, solo l’amarezza di una somma che perde valore nel tempo. Finché, quasi per caso, si è imbattuto nei conti deposito.
Ne ha aperto uno e, in 12 mesi, ha ottenuto un rendimento netto del 3%. Niente di miracoloso, ma abbastanza per capire che un’alternativa esiste. E non è affatto fuori portata.
Nel frattempo, i tassi d’interesse in Europa iniziano a scendere. Un segnale che non è passato inosservato. Se oggi offrono ancora qualcosa, forse tra qualche mese non sarà più così. Per questo Gianni ha deciso di pianificare meglio: ha destinato 50.000 euro a un investimento più ambizioso, un BTP con scadenza 2047, e ha pensato al resto come a un mosaico da comporre con logica e buon senso.
Il BTP 2.7% 01MZ47 ha un prezzo di riferimento intorno a 80,65, quindi sotto la pari. Ma ciò che interessa a Gianni è il rendimento effettivo a scadenza netto, che si attesta al 3,69%. Su un investimento di 50.000 euro, questo significa guadagni regolari grazie alle cedole semestrali e un ritorno finale che premia chi mantiene la posizione fino al 2047.
Ogni sei mesi, il titolo paga una cedola calcolata sulla base del valore nominale, non del prezzo d’acquisto. Il che significa ricevere interessi anche più generosi, rispetto a quanto inizialmente investito. Inoltre, chi acquista ora a un prezzo più basso si ritroverà a incassare, alla scadenza, il valore pieno del titolo. Questo aggiunge un guadagno implicito che va sommato alle cedole.
La duration modificata del titolo è elevata, 15,14, quindi il valore del BTP è sensibile alle variazioni dei tassi. Ma in un contesto in cui l’inflazione rallenta e i tassi tendono a scendere, questo può trasformarsi in un’opportunità. Se le condizioni restano stabili o migliorano, chi entra ora potrebbe beneficiare anche di rivalutazioni sul mercato secondario.
Gianni non ha lasciato tutto lì. Ha deciso di diversificare. Ha scelto un indice azionario internazionale per altri 50.000 euro, puntando su una prospettiva di lungo termine che storicamente premia la pazienza. L’azionario è più volatile, sì, ma nel tempo offre rendimenti superiori. E in questo caso, può bilanciare la stabilità del BTP.
Il resto del capitale, Gianni lo ha ripartito tra conti deposito e strumenti a medio termine come buoni fruttiferi postali e BTP con scadenze più brevi. In questo modo, mantiene sempre una parte liquida, pronta all’uso, e un’altra vincolata con obiettivi più strutturati.
Oggi il denaro di Gianni non è più fermo, ma lavora. Senza eccessi, senza salti nel buio. Solo attraverso scelte ponderate, accessibili e concrete.
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