Se il genitore con disabilità grave ai sensi della legge 104, non può più compiere più azioni, come ad esempio, accedere al suo conto corrente?
Arrivano tante domande agli Esperti di Trading.it, su come accedere al conto corrente del genitore che non è più autosufficiente e in possesso della legge 104. Esaminiamo il caso di un Lettore che chiede come può accedere al conto corrente bancario del padre, in quanto quest’ultimo è stato colpito da un malore che lo ha reso non autosufficiente. Il Lettore dichiara che al momento il genitore è seguito da una badante che lo segue costantemente. Ma il problema che denuncia, è l’impossibilità ad accedere al conto corrente bancario, in quanto il genitore è l’unico intestatario, inoltre, deve gestire i pagamenti della persona che accudisce il genitore e non sa come fare. Analizziamo cosa fare in questi casi in base alla normativa vigente.
Quando un genitore non può più accedere al proprio conto corrente, e un figlio ha necessità di curare gli aspetti finanziari, ebbene affidarsi all’istituto giuridico.
Infatti, la prima cosa da fare nominare la figura dell’amministratore di sostegno. Questa figura, spesse volte sottovalutata, ha un ruolo molto importante. Infatti, ha l’obiettivo di aiutare, nel disbrigo pratiche e assistenza, la persona che non può farlo più da sola in quanto limitata e compromessa per disabilità con handicap grave.
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La legge si rivolge in particolare alle persone che hanno una menomazione fisica o psichica, oppure, si trovano nell’impossibilità di compiere i lori interessi. Nello specifico: disabili fisici o psichici, anziani, tossicodipendenti, alcolisti, affetti da patologie. Quindi, tutti coloro che non riescono ad avere una piena autonomia per atti di vita quotidiana.
Il ricorso all’amministratore di sostegno, può essere presentato dalla persona interessata o incapace, oppure, da un familiare entro il quarto grado. Ad esempio: genitore, fratelli o sorelle, figli, zii, nonni, cugini, nipoti. Conto corrente intestato al disabile con legge 104, è pignorabile?
Possono presentare il ricorso anche gli affini entro il secondo grado. Ad esempio: suoceri, cognati, nuore, generi. Inoltre, può essere presentato dal Pubblico Ministero, dal Curatore o dal Tutore. Infine, nell’atto devono essere specificate in modo dettagliato, le motivazioni e le tipologie di atti per i quali si richiede assistenza.
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