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Contributi INPS presenti nell’estratto conto non pagati dal datore di lavoro, prenderò lo stesso la pensione?

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Se il datore di lavoro non paga i contributi INPS pur essendo presenti nell’estratto conto, bisogna rispondere nel modo giusto.

Non sempre la pensione si ottiene facilmente, specie se ci sono condizioni che ne causano ritardi. L’estratto conto è uno strumento che tutela le persone attestandone la condizione assicurativa, anche davanti il datore di lavoro inadempiente. Non solo l’INPS vanterà dei suoi interessi, ma anche il cittadino che si sente depauperato del frutto del suo lavoro.

Contributi INPS presenti nell’estratto conto non versati dal datore di lavoro, prenderò lo stesso la pensione?- Trading.it

Il primo pensiero va ad una possibile “perdita della pensione”, ma si conferma già sin dalle prima battute che non sarà così. Al massimo ci saranno dei ritardi. L’estratto conto è uno strumento tutelativo che certifica la condizione assicurativa, e va sempre tenuto sott’occhi perché possono capitare inadempienze dal datore di lavoro.

Si può trattare di banali errori anagrafici che rendono complessa la possibilità di risalire alla condizione assicurativa. Ad esempio, nel codice fiscale, specie se nel tempo subisce variazioni come l’aggiunta di un nome. Ancora l‘assenza o l’omissione dei contributi per periodi di gravidanza, malattia o infortunio, e ciò non è ammissibile visto che sono garantiti ai fini previdenziali.

Si possono recuperare ammanchi e omissioni senza costi aggiuntivi mediante un’istanza all’INPS, ma prima di ciò sarebbe meglio evitarne la prescrizione. Altrimenti, se ne perderebbe la possibilità di recupero definitivamente.

Come recuperare i contributi INPS non versati da datore di lavoro

Significa richiedere l’estratto conto prima del pensionamento, soprattutto prima della prescrizione. I contributi dopo un tot di anni, scadono e non possono più essere recuperati. I Patronati sono di solito a disposizione in queste fasi di controllo, ma già di base bisogna sapere in piena autonomia qual è il limite di tempo.

Come recuperare i contributi INPS non versati da datore di lavoro- Trading.it

La prescrizione ha un termine di cinque anni per il versamento e recupero dei contributi, ammenoché il lavoratore non comunichi all’ente di Previdenza la presenza di un rapporto di lavoro in nero, cioè non dichiarato. Qui il termine è di 10 anni, si estende.

Ciò che conta è che la denuncia da parte del lavoratore avvenga prima del termine di 5 anni, il quale se è il caso, potrebbe appunto essere raddoppiato.

Quindi, chi ha i contributi nell’estratto conto, ma non sono versati dal datore di lavoro, non rischia di perdere la pensione, perché i contributi sono validi. È importante però agire entro 5 anni dal giorno di scadenza del pagamento.

Ad esempio, nel caso in cui si voglia ottenere la pensione di vecchiaia, si parla di contributi dovuti, non quelli versati, perché è questo il requisito da cui scaturisce il diritto alle prestazioni dell’INPS.

Appunto, basta che i contributi non siano prescritti, e l’INPS ne sia al corrente. Finché l’Ente Previdenziale è a conoscenza delle inadempienze e in estratto conto figurano i contributi, si può stare tranquilli per la pensione futura.

Fabiana Donato

Redattrice classe '96 nata sotto il segno dei pesci, ma con la grinta di un ariete che passa le giornate tra la kick boxing e la scrittura. Amante di film, anime, libri e manga, ed interessata a tutti ciò che anima il mondo. Laureata in scienze politiche e storia, insegnante a tempo perso, con l'obiettivo di pubblicare le sue storie.

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