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Contributi previdenziali e pensione: ecco quello che c’è da sapere

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L’importanza deI contributi previdenziali e pensione non è una novità, tuttavia ci sono alcune cose che tutti dovrebbero sapere.

Per i lavoratori italiani è previsto l’obbligo di versamento dei contributi previdenziali in misura proporzionale al reddito percepito. Questa tutela contributiva permette ai cittadini italiani, che raggiungono i requisiti minimi richiesti, di accedere ad assegno pensionistico, che viene erogato mensilmente.

I contributi previdenziali sono un argomento molto importante, perché permettono ai lavoratori italiani, che raggiungono una certa età e un numero di anni contributivi, di percepire la tanto agognata pensione.

La contribuzione rappresenta una sorta di premio assicurativo perché permette al lavoratore di accedere anche ad ulteriori sostegni (oltre a quello pensionistico) come la malattia, la maternità e la disoccupazione.

Ovviamente questi vantaggi non sono estesi ai lavoratori autonomi che, a fronte di un versamento minore di contributi, hanno la possibilità di accedere unicamente alla pensione.

Oggi scopriremo quanti contributi servono per andare in pensione.

Cosa sono i contributi previdenziali e pensione

I contributi previdenziali rappresentano un importo che deve essere versato mensilmente o annualmente. Essi vengono calcolati sulla base della retribuzione lorda del lavoratore.

Quelli di cui stiamo parlando solo i cosiddetti contributi previdenziali obbligatori che sono previsti dalla legge italiana. Essi sono obbligatori per tutti coloro che svolgono un’attività lavorativa sia di tipo subordinato che autonomo.

I contributi vengono versati durante gli anni di lavoro in riferimento alla retribuzione percepita dal cittadino.

Le aliquote contributive non sono uguali per tutti, esse dipendono da diversi elementi come:

  • Tipo di lavoro svolto.
  • Tipo di attività svolta, in base al settore in cui si opera.
  • Dimensione della società per la quale si svolge un’attività lavorativa.
  • Configurazione giuridica dell’azienda presso la quale si è occupati.
  • La qualifica del dipendente.
  • La cassa previdenziale alla quale si risulta essere iscritti.

Nel settore privato l’aliquota contributiva prevista è pari al 33% della retribuzione, che è anche definita base imponibile. Di questa percentuale il 23,81% è a carico del datore di lavoro mentre il 9,19% è a carico del dipendente.

Le novità introdotte nel 2022 provocheranno una riduzione dell’aliquota che grava sul lavoratore che diventerà pari al 8,39%. Della differenza se li farà carico l’Istituto previdenziale.

Se per il lavoro dipendente c’è una partecipazione contributiva, che è in parte a carico dell’azienda e in parte a carico del dipendente, nel caso dei lavoratori autonomi il versamento spetta interamente al contribuente.

Dove si versano i contributi

I versamenti contributivi obbligatori devono seguire determinate regole sia sulle modalità di calcolo che in merito ai termini. In caso di inadempienze sono previste sanzioni civili, amministrative e in alcuni casi anche penali.

I contributi devono essere versati nella gestione previdenziale specifica. L’INPS dispone di una cassa riservata ai lavoratori dipendenti pubblici e privati, e una riservata ai lavoratori autonomi e collaboratori.

Infine, esistono le casse di liberi professionisti che sono gestite da enti previdenziali di diritto privato, dunque non dall’INPS.

È chiaro che all’Istituto previdenziale italiano risultano iscritti la maggior parte dei lavoratori del Bel Paese.

Quanti contributi servono per andare in pensione

Attualmente in Italia esistono due regimi di calcolo contributivo:

  • Uno che comprende i contributi versati entro il 31 dicembre 1995
  • Uno che interessa i contributi versati successivamente al primo gennaio 1996

In ogni caso, il minimo contributivo richiesto per entrambi i regimi è:

  • 20 anni di contributi e un’età anagrafica di 67 anni
  • 42 anni e 10 mesi di contributi per ottenere la pensione anticipata (per gli uomini)
  • 41 anni e 10 mesi di contributi per ottenere la pensione anticipata (per le donne)
  • 41 anni di contributi per la pensione anticipata precoce.

La legge italiana prevede dei casi per i quali è possibile accedere ad un assegno di pensione pur non avendo raggiunto il numero di anni contributivi sufficienti. Questo è il caso della:

  • Pensione di vecchiaia contributiva con 5 anni di contributi e un’età anagrafica di 71 anni;
  • Pensione anticipata contributiva con 20 anni di contributi versati e ho l’età pensionabile di 64 anni.
Floriana Vitiello

Aspirante giornalista. Si occupa della stesura di articoli per il web da oltre 5 anni. La scrittura è la sua più grande passione. Dopo diversi progetti editoriali in veste di Ghostwriter, approda su Trading.it e si dedica all’elaborazione di testi riguardanti pensioni, fisco e tasse. Impegnata in diversi progetti editoriali.

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