Sottoscrivere un buono postale a vent’anni è come mettere un seme nel terreno, sapendo che crescerà lentamente, anno dopo anno. Ma che succede se, dopo otto anni, la vita prende una piega diversa? Un progetto nuovo, un sogno da inseguire o un imprevisto possono cambiare le carte in tavola.
Ed è qui che nasce la domanda che tanti si pongono: se si interrompe il percorso prima dei vent’anni, si perde il guadagno? In realtà, dietro quelle cifre e scadenze c’è molto di più di un semplice calcolo: ci sono scelte di vita, la voglia di sentirsi liberi e la tranquillità di non vedere i propri risparmi sfumare. È per questo che i buoni postali continuano a essere così apprezzati: danno sicurezza, ma non legano mani e piedi.

Immaginare di bloccare una somma per vent’anni sembra impegnativo, quasi definitivo. Ma otto anni possono cambiare tutto: si passa dall’università al primo lavoro, da una casa in affitto all’acquisto della prima abitazione, da viaggi improvvisati a progetti più grandi. E se servono quei soldi? Il bello del buono postale è che non trasforma l’attesa in una gabbia. Si può decidere di chiudere prima, senza subire penalizzazioni e senza rinunciare a ciò che è stato guadagnato fino a quel momento. È un po’ come aprire un cassetto che era stato chiuso con cura: dentro non si trova solo il capitale iniziale, ma anche una parte del frutto maturato lungo il percorso.
Il buono postale ordinario: un compagno di viaggio sicuro
Il buono fruttifero postale ordinario non è solo un prodotto finanziario: per molti è un compagno di viaggio silenzioso, che cresce senza rumore. È garantito da Cassa Depositi e Prestiti e ha una caratteristica che lo distingue: il capitale è sempre al sicuro. Inoltre, i tassi sono prestabiliti e aumentano di anno in anno, fino ad arrivare al 2,50% lordo a vent’anni. Non c’è spazio per brutte sorprese: chi lo sottoscrive sa già dove andrà a finire il proprio risparmio.

E poi c’è la libertà di scegliere. Nonostante la durata sia ventennale, il buono può essere rimborsato in qualsiasi momento. Dopo il primo anno, non si recupera solo il capitale, ma anche gli interessi maturati fino a quel momento. Prendiamo un esempio concreto: investendo 10.000 euro, dopo otto anni il valore arriva a circa 10.919 euro netti. Alla scadenza naturale, invece, tocca i 15.620 euro. Non è solo un guadagno in cifre: è la prova che il tempo, quando è ben investito, lavora a favore di chi ha pazienza.
Riscattare dopo 8 anni: libertà senza sorprese
Ma torniamo alla domanda iniziale: cosa succede davvero se si riscatta il buono postale dopo otto anni? Non si perde nulla di ciò che è stato costruito. Gli interessi maturati fino a quel momento restano tutti. Con un rendimento medio dell’1,25%, l’investimento cresce in maniera concreta, anche se si decide di non aspettare la scadenza. È un approccio che permette di respirare: non c’è l’ansia di dover attendere vent’anni per vedere il frutto del proprio risparmio.
È questa flessibilità che fa dei buoni postali uno strumento unico: si può cambiare idea, riorganizzare i progetti e avere liquidità quando serve, senza sacrificare quanto accumulato. Certo, restare fino alla fine significa massimizzare il guadagno, ma il percorso a metà non è mai una sconfitta. È piuttosto una scelta consapevole, un modo per allineare i propri risparmi ai cambiamenti della vita.