Cos’è lo spread e perchè è importante che sia sotto 100

Un numero che ha tenuto in ostaggio interi governi. Una cifra che per anni ha influenzato le decisioni politiche, l’umore dei mercati e i destini di milioni di persone. Quando lo spread scende sotto una certa soglia, il messaggio è chiaro, anche se nessuno lo dice apertamente. E se improvvisamente quel numero cala sotto quota 100? Qualcosa di profondo sta cambiando. E il cambiamento ha un volto nuovo: quello della fiducia.

Non ha fatto rumore. È accaduto quasi in sordina, senza titoli cubitali. Ma chi ha vissuto la crisi del debito nel 2011 sa bene cosa significa. Il crollo dello spread sotto i 100 punti base ha un valore simbolico enorme. È un termometro silenzioso che racconta come l’Italia venga oggi vista in modo diverso rispetto al passato. Non più come l’anello debole d’Europa, ma come un Paese che, pur tra mille fragilità, ha ritrovato un certo equilibrio.

Grafico e moneta da due euro
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Nessuno lo aveva previsto con precisione. Troppe le variabili in gioco: pandemia, inflazione, crisi energetiche. Eppure è successo. Gli investitori hanno iniziato a dare un segnale diverso, rivedendo la valutazione del rischio-Paese. E quel numero che per anni aveva generato ansia, ora sembra aver perso il suo potere destabilizzante.

Spread basso, fiducia alta

Lo spread non è solo una differenza di rendimento tra BTP italiani e Bund tedeschi. È il modo in cui i mercati leggono la credibilità di uno Stato. Se prestare soldi all’Italia è considerato molto più rischioso che prestarli alla Germania, serve un rendimento maggiore. Quando però questo divario si restringe, come accaduto nel giugno 2025, il messaggio è inequivocabile: il rischio percepito è diminuito.

Grafici sotto la lente
Spread basso, fiducia alta-trading.it

Negli anni della crisi del debito sovrano, lo spread superava i 500 punti. Era il segnale di una fiducia ai minimi, di una rottura tra l’Italia e i suoi creditori. Oggi, i conti pubblici sono più ordinati, il deficit sotto controllo, e la Banca Centrale Europea ha frenato la corsa dei tassi. Tutti segnali che rassicurano i mercati.

Non si tratta solo di numeri. I benefici sono concreti: lo Stato paga meno interessi sul debito, ha più margini di spesa e può programmare politiche di lungo periodo. Inoltre, il ritorno di interesse verso i BTP da parte degli investitori esteri rafforza ulteriormente il quadro.

Un nuovo racconto economico

Questo calo dello spread apre una fase diversa. Dopo anni vissuti con l’etichetta del Paese fragile, oggi l’Italia viene osservata con occhi meno diffidenti. Le agenzie di rating migliorano le prospettive, e la politica riesce, almeno in parte, a trasmettere un’idea di stabilità. Non è solo questione di riforme o di vincoli europei rispettati, ma anche di un’immagine più credibile che si sta ricostruendo con fatica.

Tuttavia, questo equilibrio resta delicato. I mercati cambiano umore con rapidità. Basta una crisi politica o un rallentamento economico per invertire la rotta. Ma intanto questo momento va colto, perché non è frequente. Per la prima volta dopo molto tempo, lo spread racconta una storia che non fa paura.

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