Gestione rigida per chi crea contenuti social: la sanzione per il mancato rispetto degli obblighi INPS fa tremare i creator.
Il content creator è una figura nuova, e bisogna studiarne il profilo previdenziale. A dettarne i criteri è la circolare INPS n. 44 del 2025, la quale fornisce dei chiarimenti sul loro profilo. L’obiettivo è gestire il carico contributivo al fronte di collaborazioni, donazioni, merchandising, vendita di prodotti, e ancora altre attività come il crowdfunding.
La circolare dell’INPS mira ad un’efficace gestione previdenziale per i Content Creator. Figura con al seguito dei seguaci, paga le tasse e deve tener conto dei contributi da versare. È un lavoro in piena regola da disciplinare.
In base all’attività svolta, c’è una gestione di contribuzione. Perché chi crea contenuti originali in video, testi, podcast, immagini e li condivide mediante le piattaforme digitali, può monetizzare. Come?
Con attività di sponsorizzazione e Advertising con sigla ADV, cioè collaborando con aziende, brand e promuovendone prodotti e servizi. Ancora mediante la promozione di link affiliati e con programmi adibiti a ciò, oppure con donazioni e crowdfunding da parte dei fandom. Senza dimenticare la vendita di prodotti con merchandising, consulenze e corsi.
Anche qui ci sono diversi livelli di “professionalizzazione”. C’è chi fa questo in maniera solo occasionale, chi in modo continuativo. Ed è in base a questa condizione che ci sono diversi criteri d’inquadramento previdenziale. Non tutti pagano e versano contributi allo stesso modo!
La circolare n. 44 distingue i creator in base alla loro attività. Ci sono gli amatoriali che lo fanno in maniera occasionale, mentre i professionisti operano in maniera organizzata e generano redditi di spessore. Lucro, organizzazione e frequenza rendono questo profilo un lavoratore autonomo a tutti gli effetti. Un imprenditore digitale, per intenderci ciò che fa Chiara Ferragni!
Quale disciplina previdenziale si applica? Nello specifico se l’attività è autonoma e continuativa, ma non si rientra nel settore “spettacolo”, il soggetto lavoratore in questione deve iscriversi alla Gestione Separata INPS. È il regime di chi opera senza un rapporto di subordinazione e senza iscrizione ad altri albi di previdenza.
Ma nel caso in cui l’attività sia abituale e con organizzazione d’impresa, se c’è un team dietro la persona con la P.IVA, il creatore rientra nella categoria di imprenditore digitale, Chiara Ferragni, e si iscrive alla Gestione Commercianti INPS!
Alcuni di questi creator rientrano nel Fondo Pensioni dei Lavoratori dello spettacolo. Se si occupano principalmente di digital marketing, l’attività è simile a quello di uno “spettacolo” specie se compiono performance artistiche. Qui l’INPS prevede proprio l’iscrizione al FPLS applicando le aliquote di riferimento.
In sostanza, la circolare è un riferimento normativo che distingue i profili, e ne specifica gli obblighi contributivi. Se non assolvono a questi la sanzione potrebbe far perdere loro i diritti previdenziali!
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