Hai mai notato che nei mercati c’è qualcosa che si muove come un pendolo, avanti e indietro, con una certa regolarità? Non parliamo di profezie o numeri magici, ma di osservazioni concrete. Ogni dieci anni, dai primi del Novecento fino a oggi, sembra emergere uno schema ricorrente.
È come se ogni decennio avesse un inizio turbolento e una fine trionfante. E se davvero ci fosse un ritmo nascosto, utile a chi vuole investire con più consapevolezza? Questo schema potrebbe cambiare il tuo modo di guardare i cicli di mercato. Non è una certezza, ma le coincidenze sono fin troppe per essere ignorate.
Chi ha un minimo di familiarità con i mercati sa quanto siano imprevedibili. Ma cosa accadrebbe se, in mezzo a questa apparente casualità, esistesse una struttura sottile, quasi invisibile, che guida i grandi movimenti? Non parliamo di teoria, ma di ciò che è accaduto realmente tra il 1900 e il 2020. Ogni decennio sembra iniziare con una fase di debolezza, spesso seguita da un’accelerazione che culmina verso la fine. È una semplice osservazione, ma ripetuta così tante volte da meritare attenzione.
Senza fare previsioni, possiamo limitarci a osservare. E nell’osservazione troviamo un pattern che, se sfruttato, potrebbe aumentare le probabilità di prendere decisioni più ponderate.
Un fatto che salta subito all’occhio riguarda la tendenza dei mercati finanziari a toccare minimi significativi nei primi due anni di ogni decennio, o al massimo entro marzo del terzo anno. Non parliamo di dettagli tecnici, ma di punti di svolta evidenti. Il 2003, dopo lo scoppio della bolla tecnologica. Il 2010-2011, nella scia della crisi del debito. Il 2020, con il crollo da pandemia. Ogni volta, l’inizio del decennio è segnato da forti cali, seguiti da riprese decise.
È come se il nuovo ciclo iniziasse con una pulizia, un ridimensionamento. Nessuno sa spiegare il perché, ma il comportamento si ripete. E forse, per chi sa attendere, questi momenti di minimo rappresentano un’occasione.
La seconda parte dello schema riguarda i massimi, che tendono a comparire tra la fine del nono anno e i primi mesi del decimo. Pensiamo al 2000, o al 2020 stesso, pochi mesi prima della caduta causata dal Covid. Questi picchi sembrano rappresentare la chiusura del ciclo, una fase in cui l’ottimismo è al massimo e molti investitori entrano, proprio mentre il mercato si prepara a cambiare rotta.
Il decennio in corso sta mostrando segni simili. Dopo il minimo del 2020 e la successiva salita fino al 2021, fra ottobre del 2022 e marzo del 2023, sembrerebbe essersi formato un minimo rilevante. Se il pattern continuerà a ripetersi, il prossimo snodo chiave potrebbe arrivare verso la fine del 2029 o l’inizio del 2030. Nessuna garanzia, ovviamente. Ma restare curiosi e osservare non costa nulla.
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