Detrazioni figli a carico: ecco i 3 errori peggiori se tuo figlio percepisce un canone di locazione

Capire le regole delle detrazioni fiscali per i figli a carico è fondamentale per non perdere benefici economici importanti. Quando il figlio percepisce un canone di locazione, la questione diventa più complessa e genera spesso dubbi nei genitori. Il punto centrale è comprendere cosa si intenda per reddito complessivo e come questo incida sul diritto alle agevolazioni.

Il tema delle detrazioni fiscali è particolarmente delicato quando si parla di figli a carico, perché le norme stabiliscono soglie precise da rispettare. La confusione nasce spesso dal fatto che il canone di locazione percepito non coincide con il reddito imponibile riportato nella dichiarazione dei redditi.

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Detrazioni figli a carico: ecco i 3 errori peggiori se tuo figlio percepisce un canone di locazione – trading.it

Le regole del TUIR, ribadite anche dall’Agenzia delle Entrate, prevedono infatti abbattimenti specifici, soprattutto nel caso dei canoni concordati, che possono ridurre in modo significativo la base imponibile. È quindi essenziale distinguere tra quanto incassato e il reddito complessivo risultante, che è l’unico parametro valido per stabilire se il figlio può essere considerato fiscalmente a carico. Questo aspetto tecnico, spesso sottovalutato, ha un impatto concreto sulle detrazioni spettanti al genitore e sul bilancio familiare complessivo.

Figli a carico e limiti di reddito

Secondo l’articolo 12 del TUIR, un figlio si considera a carico se non supera determinati limiti di reddito complessivo. La soglia è pari a 4.000 € per i figli fino a 24 anni, e scende a 2.840,51 € per i figli dai 25 anni in su. È importante sottolineare che il reddito di riferimento è quello risultante in dichiarazione, quindi già al netto delle riduzioni fiscali applicabili, come nel caso dei canoni di locazione concordati per i quali si applica l’abbattimento forfettario del 5%.

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Figli a carico e limiti di reddito – trading.it

Facendo un esempio pratico: se un figlio di 23 anni percepisce un canone di 4.124 €, dopo la riduzione del 5% il reddito imponibile risulta di 3.918 €. Ulteriori deduzioni portano il reddito complessivo dichiarato a 2.743 €. Questo è il valore da considerare per verificare se spetta la detrazione, non l’importo lordo del canone. Dunque, rimanendo al di sotto dei 4.000 €, il figlio continua a essere considerato a carico fiscalmente.

Impatto sulle detrazioni per i genitori

Le detrazioni fiscali per figli a carico riducono l’imposta dovuta dal genitore, e la loro spettanza dipende esclusivamente dal reddito complessivo del figlio. Non rilevano i canoni lordi percepiti, né eventuali entrate che non confluiscono nel quadro finale della dichiarazione. Questo significa che un genitore potrà beneficiare delle agevolazioni anche se il figlio ha percepito redditi, a patto che il reddito complessivo resti sotto le soglie previste.

Gli esperti tributari sottolineano inoltre che, per determinare la corretta applicazione, occorre sempre fare riferimento alla dichiarazione ufficiale e non ai singoli contratti di locazione. In caso di controlli, sarà il reddito complessivo dichiarato a fare fede. L’Agenzia delle Entrate, con numerose risposte a interpelli, ha chiarito che la disciplina è applicata in modo uniforme e non lascia spazio a interpretazioni discrezionali.

In sintesi, il genitore deve guardare solo al reddito complessivo indicato nel modello dichiarativo. Se questo non supera 4.000 € (per figli under 24), le detrazioni per figli a carico spettano regolarmente, a prescindere dall’entità del canone di locazione percepito.

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