Rifare i balconi può dare accesso non solo al Bonus ristrutturazioni ma anche al Bonus mobili da 5.000 €. Per non perdere l’agevolazione è indispensabile conoscere requisiti, regole e limiti fissati dall’Agenzia delle Entrate.
Il tema delle agevolazioni fiscali legate ai lavori di ristrutturazione edilizia continua a essere centrale per i contribuenti. Tra i casi più discussi c’è quello del rifacimento dei balconi, un intervento che, se classificato come manutenzione straordinaria o restauro, consente di accedere al Bonus ristrutturazioni e, di conseguenza, anche al Bonus mobili. Le guide pubblicate dall’Agenzia delle Entrate chiariscono che la detrazione si applica alle spese sostenute per arredi ed elettrodomestici destinati all’immobile oggetto dei lavori. La possibilità di beneficiare del contributo, fissato per il 2025 a un tetto massimo di 5.000 €, dipende quindi dalla tipologia di intervento.

Gli esperti fiscali sottolineano che per avere diritto al bonus è necessario che la data di inizio lavori preceda l’acquisto dei beni e che i pagamenti siano effettuati tramite bonifico parlante. La corretta conservazione della documentazione rappresenta un elemento essenziale in caso di controlli. Un altro aspetto rilevante riguarda le spese ammesse: sono inclusi mobili come letti, armadi e divani, oltre a elettrodomestici di classe energetica elevata. Restano escluse invece le spese per porte, pavimentazioni e tendaggi. Secondo i dati del MEF, il Bonus mobili ha già favorito migliaia di famiglie e dato impulso al settore dell’arredamento. Nel caso specifico del rifacimento dei balconi, la distinzione tra manutenzione ordinaria e straordinaria diventa quindi decisiva per capire se è possibile sommare le due agevolazioni.
Quali interventi sui balconi danno accesso al Bonus mobili
Il rifacimento dei balconi può rientrare tra i lavori ammessi al Bonus ristrutturazioni solo se classificato come manutenzione straordinaria, restauro conservativo o ristrutturazione edilizia. Interventi come il consolidamento della struttura, la sostituzione del parapetto con elementi innovativi o il rifacimento della facciata esterna sono compresi nelle spese agevolabili. Se invece i lavori sono di semplice manutenzione ordinaria, come la tinteggiatura o la sostituzione di piastrelle senza modifiche strutturali, non si ha diritto alla detrazione né al collegato Bonus mobili.

Secondo quanto chiarito dall’Agenzia delle Entrate, la spesa per la ristrutturazione rappresenta il presupposto necessario per richiedere la detrazione del Bonus mobili. Una volta stabilito il diritto alla prima agevolazione, il contribuente può quindi acquistare arredi ed elettrodomestici entro i limiti previsti, presentando la documentazione fiscale in dichiarazione dei redditi.
Regole fiscali e requisiti per ottenere i 5.000 €
Il Bonus mobili prevede per il 2025 un limite massimo di 5.000 € di spesa detraibile al 50%. La detrazione va suddivisa in dieci quote annuali di pari importo. Per accedere al beneficio è necessario effettuare i pagamenti tramite bonifico parlante o carte tracciabili e conservare le fatture o le ricevute fiscali.
Gli esperti fiscali ricordano che il bonus si applica solo per l’immobile oggetto di ristrutturazione: se i lavori riguardano un appartamento, non è possibile estendere la detrazione ad altri immobili di proprietà. Tra i beni agevolabili rientrano letti, armadi, tavoli, sedie, divani, oltre a elettrodomestici con etichetta energetica almeno in classe A per forni e lavastoviglie, e in classe E o F per frigoriferi e congelatori.
Il MEF evidenzia come il meccanismo abbia sostenuto il settore dell’arredamento con un incremento della domanda negli ultimi anni, mentre le famiglie hanno potuto alleggerire il peso delle spese domestiche. In sintesi, se il rifacimento dei balconi è riconosciuto come intervento di manutenzione straordinaria, il contribuente può richiedere sia il Bonus ristrutturazioni sia il Bonus mobili, accedendo così a un doppio vantaggio fiscale.