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Dipendenti: le tre iniziative che ti fanno avere più soldi e più tutele, spiegato dal sindacato

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Tre le iniziative da parte dei sindacati per portare in Parlamento i diritti dei lavoratori dipendenti, quali sono i punti che hanno sviluppato

Stiamo vivendo un periodo cupo, in cui tanti lavoratori —anche i dipendenti pubblici– fanno i conti con stipendi bassi e diritti spesso messi in discussione. Il lavoro non basta più per avere una vita dignitosa: i salari sono troppo bassi e con il caro prezzo risulta troppo difficile arrivare a fine mese per tante famiglie.

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Il sindacato Anief ha avviato tre importanti petizioni proprio per migliorare le condizioni economiche e contrattuali dei dipendenti pubblici, in particolare di chi lavora nella scuola; ma i temi toccati parlano anche a tutti i lavoratori italiani che chiedono più equità, meno trattenute e più tutele reali.

Sappiamo infatti che la tassazione italiana è tra le più alte in assoluto e raggiunge quasi la metà dell’intero stipendio lordo annuo. I sindacati stanno cercando di portare in Parlamento nuove proposte per alleggerire il peso delle tasse, ma anche per cercare di dare più tutele a livello previdenziale.

Le tre petizioni per i contratti di lavoro degli insegnanti

1. Basta prelievi ingiustificati: eliminare le vecchie trattenute

La prima petizione ha un obiettivo concreto: cancellare la trattenuta ENAM, una somma che viene ancora oggi sottratta ogni mese dallo stipendio degli insegnanti della scuola dell’infanzia e primaria. Per dare un po’ di contesto, questa trattenuta risale a un decreto del 1947 e fa riferimento a un ente –l’Ente Nazionale di Assistenza Magistrale– che ormai non esiste più da anni. Eppure il prelievo continua a esistere, senza offrire alcun servizio reale in cambio. Ogni mese i docenti pagano qualcosa che ormai non ha più alcun valore: si richiede di farla diventare una trattenuta facoltativa, lasciando la libertà di scelta.

2. Più equità: via la doppia trattenuta sul TFR

Le tre petizioni per i contratti di lavoro degli insegnanti -trading.it

La seconda petizione affronta un altro punto critico: la trattenuta del 2,5% sul TFR (Trattamento di Fine Rapporto) applicata ai docenti e al personale ATA assunti dopo il 2001.

Questa trattenuta non è prevista per gli altri lavoratori pubblici né per i dipendenti del settore privato, e ciò crea una vera e propria ingiustizia economica. Perché l’insegnante a parità di anni di lavoro e servizio, se assunto dopo il 2001 si troverà con una liquidazione più bassa rispetto a un collega di un altro settore? Una differenza che può significare migliaia di euro in meno alla fine della carriera. Anche per la Corte Costituzionale il principio di parità di trattamento deve valere per tutti.

3. Più tutele per chi insegna: pensione a 60 anni

La terza petizione tocca un tema molto sentito da tutti i lavoratori in Italia, così come anche chi lavora da anni nella scuola: la pensione. Anief su questo punto chiede che il personale scolastico possa andare in pensione a 60 anni, con la possibilità di rimanere fino a 67 ma solo per attività di tutoraggio e orientamento.

Il contesto scolastico può essere difficile da gestire dopo una certa età ecco perché dopo i 60 anni sarebbe giusto far dedicare gli insegnanti a mansioni più leggere e meno logoranti rispetto all’insegnamento in classe. Se si vuole partecipare a queste petizioni basta andare sul sito ufficiale del sindacato Anief e firmare online, non serve essere iscritti e chiunque può lasciare il suo supporto.

Claudia Manildo

Giornalista pubblicista e content editor, sono laureata all'Università di Siena in Comunicazione e all'Università di Parma in Giornalismo e Cultura Editoriale. Scrivere, oltre che un lavoro, è una missione quotidiana. Sono editor e correttore bozze freelance e nel tempo libero recensisco libri. Appassionata di sociologia e di interazione uomo-macchina, nel 2022 ho pubblicato il mio primo saggio per deComporre Edizioni.

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