Parola alla Cassazione, il divieto di sosta diventa reato, come non rovinare le ferie a tutti.
Addio alle soste irregolari, bisogna rispettare le regole della strada, anche perché i cartelli stradali non sono mai stati un optional! Per quanto la guida italiana sia spesso soggetta a irregolarità consuetudinarie da parte degli stessi conducenti, non di tutti, ma di molti, da questo momento in poi la gestione si irrigidisce non poco. Non si tratta di un mero “monito” detto così tanto per, ma di una condizione perseguibile per legge: il divieto di sosta diventa un reato al 100%!

Gli automobilisti italiani devono fare i conti con un aggiornamento del codice stradale non di poco conto, destinato a modificare un aspetto importantissimo. Il pensiero di fermarsi anche se per poco davanti un divieto di sosta non si paleserà più nemmeno per un istante dal momento in cui il gesto può costare molto più di una semplice multa.
Il sistema si irrigidisce, perché si parla di reato, qualcosa che va ben oltre il semplice pagamento di un compenso economico o la perdita di punti.
La Corte di Cassazione ha specificato il motivo di questa decisione proprio nella sentenza n. 26491 pubblicata di recente, e la quale ha stabilito che chi lascia il proprio veicolo in sosta vietata può essere chiamato a rispondere penalmente per un “eventuale” incidente stradale.
Cosa si rischia se si trasgredisce la normativa?
Perché il divieto di sosta diventa reato, le conseguenze della pronuncia
Se si trasgredisce il divieto è chiaro che si compie qualcosa di grave dal momento in cui si parla di reato, e proprio per questo bisogna fare i conti con delle conseguenze negative. Ma ecco di quali si tratta, la pronuncia approfondisce la questione.

Si compie un passo indietro per comprendere, poiché bisogna capire il motivo per cui si rischia di compiere un reato e perché lasciare il veicolo in sosta vietata sia così “pericoloso”. Lo si spiega in breve, Davanti un incidente stradale si può conferire la responsabilità concorrente del proprietario del mezzo parcheggiato in divieto di sosta!
Il giudice così deve verificare se il cartello ha il fine di cautelare rispetto al rischio di sinistri innescato dalla presenza di ostacoli che non sono visibili o anche inattesi. Allora, è necessario comprendere fino in fondo il reale motivo per cui è stato apposto il segnale stradale in questione.
La decisione della Cassazione è arrivata tempestiva in relazione ad un caso concreto. Questo riguardava il proprietario di uno scooter che aveva lasciato il suddetto mezzo in zona di divieto di sosta sulla sede stradale di una località balneare in una giornata estiva. La sua disattenzione ha poi provocato un danno gravissimo.
Una ciclista intenta ad evitare lo scooter si è spostata a sinistra ed è stata colpita dal cassone di un’Ape Piaggio. La donna ha riportato lesioni gravi, e per questo la Corte di Cassazione ha ritenuto importante decidere in tal modo.