Docente con APE sociale: puoi davvero lavorare ancora? 3 risposte sorprendenti

L’APE sociale è uno strumento importante per chi lascia il lavoro in condizioni particolari, ma cosa accade se il beneficiario vuole svolgere attività saltuarie? Molti si chiedono se un incarico occasionale, come qualche ora di insegnamento, possa compromettere il beneficio. Le regole non sono sempre chiare e generano dubbi tra docenti e lavoratori.

Sempre più spesso i pensionati che accedono all’APE sociale si domandano se sia possibile svolgere piccoli lavori senza rischiare la perdita del sostegno economico. Il tema riguarda in particolare chi ha competenze professionali da mettere ancora a disposizione, come i docenti che vengono coinvolti in progetti di alfabetizzazione o attività didattiche brevi.

Molti di loro ricevono proposte di collaborazione di poche ore, con compensi inferiori a 5.000 € annui. La preoccupazione è se queste somme possano far decadere l’APE sociale. L’incertezza deriva dal fatto che, pur trattandosi di un sussidio assistenziale e non di una pensione ordinaria, la normativa ammette alcune forme di reddito entro determinati limiti.

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Docente con APE sociale: puoi davvero lavorare ancora? 3 risposte sorprendenti – trading.it

L’INPS, nelle circolari di riferimento, ha chiarito che non tutti i redditi sono compatibili e che superare le soglie fissate comporta la revoca immediata del beneficio. Questo spiega perché sindacati e uffici previdenziali spesso danno risposte caute o non definitive: le conseguenze di un errore sono rilevanti e possono includere la restituzione delle somme percepite.

APE sociale: natura e limiti di reddito

L’APE sociale è un’indennità erogata dallo Stato a carico dell’INPS fino al compimento dell’età pensionabile, attualmente fissata a 67 anni. Non è quindi una pensione contributiva, ma un sostegno economico rivolto a categorie fragili: disoccupati senza ammortizzatori, caregiver, invalidi civili e addetti a mansioni gravose.

Proprio per il suo carattere assistenziale, la regola generale prevede che chi percepisce l’APE sociale non possa svolgere attività lavorative continuative. Tuttavia, la legge consente redditi contenuti entro due soglie precise:

– massimo 8.000 € annui per redditi da lavoro dipendente;
– massimo 4.800 € annui per redditi da lavoro autonomo.

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APE sociale: natura e limiti di reddito – trading.it

Lo ha ribadito anche l’Osservatorio Previdenziale della Fondazione Studi dei Consulenti del Lavoro: non esiste una riduzione proporzionale, come accade per la NASpI, ma un’incompatibilità secca. Se i redditi superano anche di poco tali limiti in un anno solare, l’INPS revoca l’indennità e può chiedere la restituzione delle somme erogate.

Il caso dei docenti e il lavoro saltuario

Per un docente che intenda accettare un incarico occasionale, ad esempio un pacchetto di ore di insegnamento per un progetto di alfabetizzazione, è importante capire la natura del contratto. Se si tratta di un contratto subordinato a tempo determinato, il compenso rientra tra i redditi da lavoro dipendente. Di conseguenza, il limite da rispettare non è 5.000 €, ma 8.000 € lordi annui.

Se invece l’incarico viene inquadrato come prestazione autonoma, ad esempio tramite collaborazione occasionale, il tetto massimo da rispettare è di 4.800 €. Nel caso in cui le somme siano inferiori a tali limiti, l’APE sociale rimane compatibile con l’attività svolta.

Secondo il Notariato e i consulenti del lavoro interpellati da Il Sole 24 Ore, è consigliabile comunicare sempre all’INPS l’attività intrapresa, allegando il contratto o la lettera di incarico. È inoltre necessario conservare la documentazione fiscale (CU o ricevute) per dimostrare in caso di controlli che i redditi restano sotto soglia.

Va considerato anche il cumulo: se nello stesso anno vengono percepiti più incarichi saltuari, tutti i compensi si sommano e rientrano nel conteggio annuale. Superare anche di poco il limite comporta la perdita dell’indennità.

Il caso della docente che desidera collaborare in un progetto scolastico dimostra come, con redditi contenuti entro 8.000 € lordi, l’attività sia compatibile con l’APE sociale. Questo consente di continuare a contribuire in ambiti socialmente utili senza rinunciare al sostegno previdenziale, purché vi sia attenzione nella comunicazione all’INPS e nella gestione dei compensi.

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