Quando si parla di cartelle esattoriali non pagate e case donate ai figli, la tranquillità può trasformarsi in un incubo. Cosa accade se si smette di versare le rate? Si rischia qualcosa anche dopo anni dalla donazione? E soprattutto: i figli sono davvero al sicuro oppure c’è un rovescio della medaglia? Preparati a scoprire una realtà che in pochi conoscono, ma che può toccare da vicino molte famiglie italiane.
C’è un momento nella vita in cui si sente il bisogno di mettere in ordine le cose. Quando si va in pensione, quando i figli crescono, quando si guarda con più attenzione al futuro. Spesso, questo significa donare la casa ai figli, con l’idea di proteggerli e assicurare loro una stabilità. Ma se ci sono debiti con il fisco, può bastare una donazione per risolvere tutto?

Mettiamo il caso che Andrea sta ancora pagando delle cartelle esattoriali legate a una vecchia attività commerciale, ma le sue case le ha già intestate ai figli. Potrebbe smettere di pagare? E cosa rischiano i figli?. È una domanda che nasce da un dubbio concreto, che riguarda più persone di quanto si immagini.
Le case donate sono al sicuro se smetto di pagare le cartelle esattoriali?
Quando un genitore dona la casa ai figli, quella casa esce dal suo patrimonio. Ma se i debiti con l’Agenzia delle Entrate sono ancora attivi, non è detto che la faccenda sia chiusa. Esiste uno strumento giuridico, l’azione revocatoria, che può rendere inefficace la donazione se questa ha danneggiato i creditori.

In pratica, se il genitore ha donato l’immobile meno di cinque anni prima, e poi ha smesso di pagare le cartelle esattoriali, il fisco può provare ad annullare quell’atto e pignorare l’immobile. Anche se è intestato al figlio. E non basta che la donazione sia stata fatta prima del debito: se il creditore riesce a dimostrare che è stata fatta con l’intento di evitare i pagamenti, l’azione revocatoria può funzionare lo stesso.
Dopo cinque anni, però, la legge non consente più questo tipo di azione. A quel punto, il fisco può eventualmente cercare di pignorare la pensione del contribuente, ma non più la casa donata, a meno che non ci siano elementi gravi che dimostrino una frode.
I figli possono ereditare i debiti del genitore?
I debiti col fisco non si trasmettono automaticamente. Entrano in gioco solo se l’eredità viene accettata, anche in modo tacito. Per evitarli, i figli possono rinunciare all’eredità, dichiarandolo davanti a un notaio o al tribunale. Oppure non fare nulla per dieci anni: trascorso questo periodo, il diritto a ereditare si prescrive.
Rinunciare all’eredità non comporta la perdita di tutto. Il coniuge del defunto mantiene comunque il diritto a vivere nella casa di famiglia e la pensione di reversibilità. Eventuali assicurazioni sulla vita restano valide. È importante, però, non compiere atti che possano essere considerati accettazione implicita, come gestire i beni del defunto.
Chi ha ricevuto una casa in donazione e poi accetta l’eredità rischia di rendere quell’immobile nuovamente attaccabile dai creditori. È bene quindi valutare con attenzione ogni passo. Informarsi e, se serve, farsi consigliare da un esperto può fare la differenza tra un’eredità serena e un’eredità piena di problemi.