Potrebbero essere introdotte nuove regole in tema successioni, per regolare le ipotesi di mancanza di eredi. Ecco le principali modifiche.
Sono state presentate due proposte di legge dirette alla modifica della normativa successoria e, in particolare, di quella delle eredità vacanti. Lo scopo della manovra sarebbe quello di individuare in maniera certa il destino dei beni dei soggetti che non hanno eredi e che muoiono senza aver redatto testamento.

Secondo l’attuale disciplina legislativa (articoli 565 e 586 del codice civile), in caso di mancanza di eredi legittimi fino al sesto grado e di assenza di testamento, gli averi del defunto (beni mobili e immobili, denaro, titoli) vanno allo Stato, che li acquisisce in maniera automatica. Poiché non è prevista rinuncia, i debiti vengono ereditati soltanto entro il valore del patrimonio ottenuto. Non sono stabiliti, tuttavia, dei criteri territoriali per definire il luogo a cui destinare tali risorse, per cui la comunità non trae benefici dal sistema delle successioni vacanti. Proprio per sopperire a tale problematica, sono state avanzate le due proposte di legge. Cosa prevedono?
Nuove regole per le eredità vacanti: ecco i punti salienti delle due proposte di legge
Fratelli d’Italia e la Lega si stanno battendo per modificare le norme sulle eredità dei soggetti che muoiono senza eredi e senza testamento. Nel dettaglio, la proposta di Fratelli d’Italia (disegno di legge n. 960), mira a rivedere la rappresentazione ereditaria. Attualmente, possono essere destinatari delle eredità di un defunto solo i discendenti in linea retta e i discendenti di fratelli e sorelle. La proposta, invece, avanza l’ipotesi di estensione fino al sesto grado, comprendendo anche i cugini e gli altri parenti.

Col nuovo meccanismo, si ridurrebbero le successioni vacanti e i beni verrebbero acquisiti anche dai familiari lontani e non dallo Stato. In questo modo ci sarebbero meno contenzioni e i patrimoni rimarrebbero nella disponibilità della famiglia. Il disegno di legge della Lega (n. 409), invece, propone che le eredità vacanti passino non allo Stato ma ai Comuni, sulla base di un principio territoriale. Ad esempio, gli immobili andrebbero al luogo in cui sono ubicati e il denaro e gli altri beni al Comune in cui il defunto ha avuto l’ultima residenza. Anche in tal caso, l’acquisizione avverrebbe automaticamente e senza possibilità di rinuncia e per i debiti varrebbe il limite del valore di quanto ricevuto. Lo scopo è avvantaggiare le amministrazioni locali ed evitare abbandoni oppure occupazioni abusive. Le eredità vacanti potrebbero essere usate anche per realizzare lavori di riqualificazione urbana o la realizzazione di servizi essenziali. Ora i due disegni di legge dovranno essere discussi congiuntamente in Commissione Giustizia del Senato e, in caso di approvazione, introdurrebbero delle innovazioni significative nel diritto successorio italiano.