Nella pensione pagata dal 1° luglio, per molti c’è stato l’aumento dovuto alla quattordicesima, una maggiorazione fino a 655 euro.
Questo succede ogni anno in questo periodo e molti pensionati possono beneficiare della somma in più per pianificare una vacanza. Ma se un giorno quei soldi ve li chiedessero indietro?
Non tutti sanno che la quattordicesima per l’Inps è una sorta di anticipo che potrebbe essere restituito sulla base dei requisiti richiesti. Ora che l’Istituto ha erogato questa agevolazione, inizierà ad effettuare i controlli mirati a definire il reddito reale dei beneficiari. Sì, perché forse a qualcuno la quattordicesima non spetta e se l’ha ricevuta dovrà restituirla. Chi ha ottenuto una pensione più alta dovrebbe essere consapevole dei suoi redditi e quindi può dormire sonni tranquilli chi ha la certezza di avere tutti i requisiti richiesti.
Ma a quanto sembra, non tutti ne sono consapevoli. Sono circa 3 milioni i pensionati che stanno ricevendo in questi giorni la quattordicesima mensilità. Si tratta di persone che hanno compiuto i 64 anni di età e hanno un reddito che non supera di 2 volte il valore del trattamento minimo. In soldoni, coloro che nel 2025 non superano i 15.688,40 euro annui. L’importo maggiorato, però, viene riconosciuto al di sotto di 1,5 volte il valore della pensione minima, quindi entro gli 11.766,30 euro.
Attenti alla quattordicesima perché in un secondo momento l’Inps potrebbe chiedere indietro quanto pagato, una volta effettuati tutti i controlli.
Ai fini della valutazione Inps del requisito reddituale si tiene conto del reddito personale e non coniugale. In questo si considera l’importo della pensione, con l’aggiunta di tutti gli altri redditi con la sola eccezione di: trattamenti di famiglia; indennità di accompagnamento; reddito della casa di abitazione; trattamenti di fine rapporto; competenze arretrate; pensioni di guerra; indennità per ciechi parziali; indennità di comunicazione per sordomuti.
Per il 2025, in caso di prima concessione sono valutati tutti i redditi rilevanti posseduti nell’anno corrente. In caso invece di concessione successiva alla prima, i redditi per prestazioni per le quali sussiste l’obbligo di comunicazione al Casellario centrale dei pensionati, sono quelli conseguiti nel 2025, mentre tutti gli altri redditi riferiscono all’anno precedente.
I beneficiari della quattordicesima hanno ricevuto una comunicazione con la quale è stato chiarito che la prestazione è corrisposta “in via provvisoria”, dal momento che l’effettivo diritto sarà poi verificato sulla scorta dei dati reddituali consolidati. Se i requisti non venissero rispettati, l’Inps chiederà i soldi indietro ma non lo farà in un’unica soluzione. L’Istituto effettua il recupero in rate mensili, solitamente 24. C’è tempo, quindi, fino a due anni per il saldo totale.
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