Ricevere una cartella esattoriale può generare dubbi e preoccupazioni, soprattutto quando non è chiaro quale ufficio ne sia l’effettivo mittente. Comprendere chi può inviare una cartella e in quali casi è legittima è essenziale per difendersi da errori o irregolarità. Scopriamo come funziona il sistema di riscossione e quando un atto può essere contestato.
Negli ultimi anni, il tema delle cartelle esattoriali è tornato al centro dell’attenzione, anche a causa dei controlli automatizzati e delle notifiche digitali. Ogni atto di riscossione deve essere emesso da un ufficio competente, che varia a seconda della natura del debito. È importante distinguere tra cartelle relative a tributi locali, imposte erariali e sanzioni amministrative, poiché ognuna segue regole diverse e un differente canale di notifica.

Molti contribuenti si chiedono chi invii effettivamente la cartella e se sia sempre l’Agenzia delle Entrate Riscossione a gestire tutto. In realtà, non sempre è così. Esistono casi in cui l’ente creditore è diverso, e conoscere questa distinzione può fare la differenza tra una richiesta legittima e una impugnabile.
Chi può inviare una cartella esattoriale e come riconoscerla
La cartella esattoriale è l’atto con cui l’amministrazione pubblica o l’agente della riscossione comunica a un cittadino o a un’impresa l’obbligo di pagare un debito verso lo Stato o altri enti pubblici. Può derivare da tributi non pagati, multe, contributi previdenziali o imposte arretrate.
L’ufficio che emette la cartella varia in base al tipo di credito. Per i tributi erariali (come IRPEF, IVA o IRES) l’unico soggetto autorizzato è l’Agenzia delle Entrate-Riscossione, che agisce come ente nazionale di riscossione. Per i tributi locali (IMU, TARI, TASI) possono invece operare i Comuni, le Province o gli enti locali, spesso tramite concessionari privati autorizzati.
Invece, per i contributi previdenziali, la cartella può essere emessa direttamente dall’INPS o da Equitalia (oggi Agenzia delle Entrate-Riscossione) su richiesta dell’ente previdenziale. Anche la Regione o la Città Metropolitana possono emettere cartelle per tributi specifici, come il bollo auto.

Un aspetto importante riguarda la forma della notifica: la cartella deve sempre riportare il numero identificativo dell’atto, l’ente creditore, la causale del debito e il termine per il pagamento. L’assenza di uno di questi elementi può rendere la notifica nullo l’atto.
Oggi la maggior parte delle notifiche avviene via PEC, ma restano valide anche quelle consegnate tramite posta raccomandata o messo notificatore. Nel caso di cartelle recapitate a un indirizzo errato o con errori formali, è possibile presentare ricorso entro 60 giorni dalla ricezione.
Quando una cartella esattoriale è impugnabile e cosa fare
Ricevere una cartella non significa sempre dover pagare subito. Esistono infatti situazioni in cui l’atto può essere contestato o sospeso. Ad esempio, se la cartella proviene da un ufficio incompetente, oppure se si riferisce a debiti prescritti, cioè troppo vecchi per essere riscossi.
Un errore frequente riguarda le cartelle emesse da soggetti non autorizzati o senza adeguata motivazione. In questi casi il contribuente può chiedere all’Agenzia delle Entrate-Riscossione di verificare la legittimità dell’atto e, se necessario, proporre ricorso alla Commissione Tributaria.
Tra le domande più frequenti ci sono: “Come capire se una cartella è valida?”, “Chi mi può notificare una cartella?” e “Cosa succede se non pago?”. La risposta è che ogni cartella deve essere tracciabile all’ente che ha generato il debito. Se, ad esempio, il debito è relativo a una multa stradale, l’atto deve provenire dal Comune o dalla Polizia Municipale.
Chi riceve una cartella errata o dubbia può richiedere una sospensione amministrativa presentando domanda motivata all’Agenzia delle Entrate-Riscossione entro 30 giorni. È possibile anche ottenere una rateizzazione se il debito supera una certa soglia, solitamente 100 €.
Conoscere quindi chi può emettere una cartella e quando è legittima è fondamentale per evitare pagamenti indebiti e per tutelare i propri diritti. La corretta gestione di una cartella esattoriale inizia dalla verifica del mittente e dall’analisi della documentazione allegata.