Ecco i BTP che offrono più del 2% netto (e non sono lunghissimi)

Quando tutto sembra calmo e prevedibile, c’è chi guarda più da vicino e trova opportunità nascoste. Nel mondo dei titoli di Stato italiani, non servono scadenze lunghissime per ottenere rendimenti soddisfacenti. Basta sapere dove guardare.

In mezzo a un mercato che offre spesso tassi modesti, alcuni BTP con residuo attorno ai 5 anni riescono ancora a superare il 2% netto. Due titoli in particolare stanno attirando l’attenzione per la loro capacità di offrire stabilità e rendimento. Non fanno rumore, ma promettono più di quanto sembri.

Persona che esulta per i guadagni fatti
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Non si tratta di scommesse né di intuizioni azzardate. Sono dati, numeri che parlano chiaro. Titoli che oggi, anche a fronte di orizzonti temporali contenuti, offrono un rendimento netto sopra quella soglia simbolica che in tanti inseguono. Eppure, sono spesso ignorati. Uno ha una cedola alta e un prezzo vicino alla pari. L’altro offre una cedola più bassa ma un prezzo di carico decisamente più attraente. Due volti diversi, stesso traguardo. Capire come si muovono e cosa li rende interessanti può fare la differenza in un portafoglio in cerca di equilibrio.

Due BTP che battono le attese: cosa rende davvero interessanti i titoli con scadenza nel 2030

Nel panorama attuale, è raro trovare BTP a 5 anni capaci di superare il 2% netto annuo. Eppure il BTP Tf 2,95% Luglio 2030 e il BTP Tf 0,95% Agosto 2030 ci riescono, con caratteristiche molto diverse tra loro. Il primo, con un prezzo attorno ai 101,31 euro, offre una cedola generosa. Il suo rendimento netto si aggira intorno al 2,31%, valore significativo per un titolo con scadenza a medio termine. La sua duration modificata di 4,57 lo rende relativamente stabile rispetto ai movimenti dei tassi.

Persona che ha in mano delle banconote da 50 euro
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Il secondo, invece, si acquista a circa 92,11 euro, ben sotto la pari. La cedola è modesta, ma il guadagno è incorporato nella struttura stessa del titolo. A scadenza, viene rimborsato a 100, e ciò genera un rendimento netto superiore, attorno al 2,5%. La duration, leggermente più lunga (4,82), non cambia troppo il profilo complessivo, ma suggerisce una certa elasticità in caso di scenari futuri variabili.

Entrambi i titoli si rivolgono a chi cerca rendimento netto superiore al 2%, ma con approcci diversi. Chi predilige la rendita periodica apprezzerà le cedole corpose del Luglio 2030. Chi guarda alla valorizzazione a scadenza troverà nel titolo di Agosto 2030 una soluzione più dinamica.

Più che numeri: i motivi concreti per cui questi titoli possono fare la differenza nel portafoglio

Il fascino di questi due BTP scadenza 2030 non è solo nei rendimenti, ma nella loro coerenza con il contesto. Offrono un compromesso credibile tra durata, stabilità e rendimento. Non promettono miracoli, ma mantengono quanto indicano. E in un periodo in cui molti strumenti a breve offrono meno dell’1,5% netto, questi titoli spiccano.

Inoltre, la differenza tra prezzo e rendimento evidenzia come la struttura di un titolo influisca profondamente sull’investimento. Il BTP con cedola più alta offre una rendita costante, adatta a chi ha obiettivi di flusso. Quello con prezzo più basso e rendimento implicito più alto si rivolge a chi può attendere e preferisce capitalizzare alla fine. Entrambi superano la soglia psicologica del 2% netto annuo, e lo fanno senza eccessiva esposizione al rischio. In tempi incerti come quelli attuali, scegliere strumenti che offrono certezze può essere una strategia tutt’altro che banale.

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