Ecco perchè dovresti pensarci bene prima di stipulare un mutuo cointestato

Quel momento in cui un progetto comune prende forma, quando il passo verso la casa desiderata accelera… e poi arriva il mutuo cointestato, con le sue promesse e responsabilità. C’è sollievo, ma anche un piccolo nodo allo stomaco: la consapevolezza di un impegno che non è mai solo individuale. È l’inizio di una strada che unisce garanzie doppie e equilibri delicati, da conoscere prima di firmare.

La scena può ricordare un quadro in costruzione, con pennellate di speranza e sfumature di timore. La casa da vivere insieme diventa più vicina grazie a un impegno condiviso, ma dietro la parola mutuo cointestato si nascondono regole precise. Chi risponde se qualcosa va storto?

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Come incidono i redditi uniti? E cosa accade se il percorso cambia direzione prima della fine delle rate? Comprendere questi aspetti,  significa trasformare una scelta emotiva in una decisione consapevole.

Come funziona davvero e quali vantaggi può dare

Un mutuo condiviso implica la cosiddetta responsabilità solidale: ogni cointestatario è tenuto all’intero debito, interessi e spese incluse. La banca può chiedere a uno solo tutto il dovuto, a prescindere da eventuali accordi interni. Chi paga più del previsto potrà rivalersi sull’altro, ma solo dopo aver saldato con l’istituto. È un meccanismo che richiede fiducia e chiarezza fin dall’inizio.

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Tra i lati positivi, unendo i redditi aumenta la possibilità di ottenere importi più alti. Ad esempio, chi guadagna 1.800 euro mensili non potrebbe sostenere da solo una rata elevata, ma con un partner che percepisce 1.200 euro la capacità di rimborso cresce e la banca può concedere un mutuo più consistente. In certi casi, si ottengono anche tassi più vantaggiosi.

Esiste poi il tema fiscale. Sull’acquisto dell’abitazione principale e delle pertinenze, come box e cantina, è prevista la detrazione degli interessi passivi al 19% fino a 4.000 euro l’anno. Nel mutuo cointestato, la somma si divide tra i firmatari, salvo che uno sia fiscalmente a carico dell’altro: in quel caso la detrazione può essere interamente utilizzata da chi sostiene la spesa. È un aspetto che vale la pena considerare già in fase di pianificazione, per massimizzare i benefici.

Quando le cose cambiano e come gestire le difficoltà

Una separazione o la fine di una convivenza non cancellano l’obbligo di pagamento. L’ipoteca grava sull’intero immobile e la banca può chiedere il saldo a entrambi, senza distinguere le quote. Se uno dei due smette di pagare, il rischio di pignoramento e vendita all’asta diventa concreto. Situazioni così delicate richiedono spesso accordi specifici, come la vendita della casa o il trasferimento della proprietà a uno solo, con estinzione o rinegoziazione del mutuo.

In contesti di separazione, le rate possono rientrare nelle valutazioni economiche tra ex partner, incidendo su mantenimenti e divisioni patrimoniali. Per questo è prudente stabilire patti chiari fin dall’inizio o intervenire con un avvocato quando il rapporto cambia, così da tutelare interessi e serenità.

Esistono anche soluzioni meno traumatiche: alcuni riescono a trasformare un vincolo potenzialmente pesante in un’uscita condivisa e gestita con buon senso, evitando che un problema finanziario si sommi a una ferita personale.

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