Le regole per l’accensione dei termosifoni nel 2025-2026 cambiano e non rispettarle può costare multe salate. Conoscere le date, gli orari e le temperature stabilite dal Ministero dell’Ambiente e dai Comuni è fondamentale per evitare sanzioni e gestire al meglio il riscaldamento domestico.
Il tema del riscaldamento è al centro del dibattito ogni autunno, soprattutto per chi vive in zone climatiche soggette a rigide regolamentazioni. Le norme stabiliscono quando si possono accendere i termosifoni e per quante ore al giorno, distinguendo l’Italia in sei diverse fasce climatiche. In base a questi parametri, i Comuni hanno la possibilità di intervenire con ordinanze più restrittive o più permissive, a seconda delle condizioni meteo. Le sanzioni per chi non rispetta i limiti possono arrivare fino a 500 €, rendendo necessario conoscere bene il calendario.

Secondo i dati diffusi da ENEA e dal Ministero dell’Ambiente, l’obiettivo di queste regole non è solo contenere i consumi energetici, ma anche ridurre le emissioni e tutelare la sicurezza energetica nazionale. Per questo, controlli a campione vengono effettuati da Polizia Locale e tecnici incaricati. Molti cittadini rischiano multe semplicemente per ignoranza sulle date, motivo per cui la comunicazione da parte dei Comuni diventa essenziale. Sapere quando accendere i caloriferi, quante ore al giorno e con quale temperatura massima permette di evitare sanzioni e di risparmiare in bolletta. Le deroghe sono previste solo per scuole, ospedali e luoghi pubblici sensibili, mentre per i privati valgono regole precise.
Date e orari di accensione dei termosifoni
Per la stagione termica 2025-2026 restano valide le regole definite per fasce climatiche. Nella zona A (Lampedusa, Porto Empedocle) l’accensione è consentita dal 1° dicembre al 15 marzo per massimo 6 ore giornaliere. Nella zona B (Reggio Calabria, Trapani) dal 1° dicembre al 31 marzo con 8 ore giornaliere. La zona C (Napoli, Bari, Cagliari) ha il via libera dal 15 novembre al 31 marzo per 10 ore. In zona D (Roma, Firenze, Ancona) il periodo va dal 1° novembre al 15 aprile per 12 ore giornaliere. Nella zona E (Milano, Torino, Bologna) i termosifoni si accendono dal 15 ottobre al 15 aprile per 14 ore. Infine, in zona F (Alpi, comuni di montagna) non ci sono limiti: si può accendere il riscaldamento tutto l’anno.

In tutti i casi la temperatura massima consentita è di 19 gradi per gli edifici residenziali e di 18 gradi per uffici e attività produttive, con una tolleranza di 2 gradi. Le regole valgono per impianti centralizzati e autonomi, ma i controlli si concentrano soprattutto sui condomini con caldaie comuni. Eventuali ordinanze comunali possono modificare le date in base alle condizioni meteo, come già avvenuto negli ultimi anni in città del Nord.
Sanzioni e controlli previsti
Le multe per chi non rispetta le regole possono variare da 500 € a 3.000 €, a seconda della gravità della violazione e della responsabilità del condominio o del singolo. L’ENEA e l’Agenzia delle Dogane ricordano che anche il superamento della temperatura massima costituisce infrazione. I controlli vengono effettuati da tecnici comunali o da ditte autorizzate durante le verifiche periodiche delle caldaie. In caso di impianti centralizzati, la responsabilità ricade sull’amministratore condominiale, mentre negli impianti autonomi sul proprietario o sull’inquilino. Le regole prevedono inoltre che i termosifoni possano essere accesi anche fuori dai periodi stabiliti solo in caso di ondate di freddo eccezionali certificate dal Comune. L’obiettivo di questa normativa è duplice: da un lato ridurre i consumi energetici e le spese in bolletta, dall’altro rispettare gli impegni ambientali presi a livello europeo. Per questo motivo, oltre alle multe economiche, la normativa prevede la possibilità di sospendere temporaneamente l’uso dell’impianto in caso di reiterate violazioni. Gli esperti sottolineano che rispettare le regole non è solo un obbligo di legge, ma anche un modo per ottimizzare i consumi e ridurre le emissioni di CO2.