Eclatante! Soldi spariti e bonifico sbagliato: il Collegio appoggia la banca

Un click sbagliato può cambiare tutto, anche quando sembra un errore di poco conto. Quella sensazione di vuoto quando il denaro sparisce dal conto e non torna più non è solo ansia: è l’inizio di un percorso complicato. In un mondo di operazioni bancarie istantanee, ci si aspetta di poter rimediare facilmente a un errore. Ma è davvero così? Cosa accade quando il denaro finisce sul conto sbagliato e non torna indietro? Dietro un semplice bonifico si nasconde un intreccio di regole, rapporti bancari e diritti che raramente corrispondono alle aspettative. E quando quei soldi vengono usati per pagare debiti, la questione diventa ancora più intricata. La vicenda di Palermo lo dimostra: non è solo un errore tecnico, ma un problema che mette alla prova il senso stesso di giustizia e tutela.

Ogni errore bancario comincia con un dettaglio che non torna: un estratto conto, un importo scomparso, una distrazione che sembra innocua. I bonifici, tanto rapidi e affidabili, celano meccanismi complessi che non sempre consentono correzioni immediate.

Persona preoccupata e dispiaciuta
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Non basta “richiamare” le somme per ottenerne la restituzione. Il caso di Palermo lo ha dimostrato con forza: una società aveva trasferito 4.209 euro a un IBAN sbagliato, chiedendo subito il richiamo delle somme. Eppure non ha recuperato nulla. Il destinatario, pur ammettendo l’errore, non ha restituito i soldi, e la banca li ha utilizzati per compensare i suoi debiti. Una vicenda che svela quanto siano limitati i poteri di intervento delle banche in questi casi e che lascia il pagatore in un limbo difficile da gestire.

Perché la banca non può restituire il bonifico errato

Il Collegio di Palermo  (decisione N. 2948 del 19 marzo 2025)  ha chiarito che l’irrevocabilità del bonifico, prevista dall’articolo 17 del decreto legislativo 11/2011, è il punto di partenza. Una volta inviato, l’importo diventa di piena disponibilità del beneficiario e la banca non può annullare autonomamente l’operazione.

Bilancia e martello giustizia
Perché la banca non può restituire il bonifico errato-trading.it

Può soltanto collaborare con l’altro intermediario, come previsto dagli articoli 24 e 25 dello stesso decreto, ma senza riaccreditare i soldi al mittente. In più, l’articolo 1853 del codice civile legittima l’istituto a usare quelle somme per compensare i debiti del proprio cliente. È un quadro che sfida le aspettative: si tende a pensare che le banche abbiano un potere totale sui movimenti, ma in realtà si limitano a rispettare la legge e i contratti con i correntisti. Questa dinamica spiega perché il bonifico errato diventa, di fatto, una questione tra pagatore e beneficiario, lasciando la banca in un ruolo marginale.

Il diritto alla restituzione e la via della ripetizione dell’indebito

Il vero strumento di tutela resta l’azione di ripetizione dell’indebito, disciplinata dall’articolo 2033 del codice civile: chi riceve un pagamento non dovuto ha l’obbligo di restituirlo. Non importa se quei soldi sono stati spesi o utilizzati per pagare altri debiti, il dovere di restituzione rimane. Il Collegio ha però chiarito che questa è una strada giudiziaria e non un intervento immediato della banca. Una realtà che può sembrare ingiusta per chi subisce l’errore, ma che risponde a una logica di equilibrio tra le parti e di stabilità del sistema dei pagamenti.

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