I massimali ecobonus per i serramenti fissano un tetto massimo di 780 €/mq nelle zone climatiche D, E ed F, ma i costi di manodopera restano esclusi dal calcolo e sono comunque detraibili. Tuttavia, anche questi importi devono essere congrui rispetto ai prezzari regionali o al prezzario DEI, come chiarito dal decreto MITE e dalle FAQ di ENEA, e possono essere oggetto di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate.
Nel contesto delle detrazioni edilizie, il tema dei serramenti è tra i più frequenti e complessi. Il decreto MITE ha introdotto dei massimali per garantire la congruità dei prezzi, stabilendo per la sostituzione degli infissi un limite di 780 €/mq nelle zone climatiche più fredde. Questo importo riguarda esclusivamente la fornitura dei beni, ossia finestre, persiane, vetri e accessori, ma non include le spese di installazione.
Secondo i chiarimenti di ENEA, i costi della manodopera sono detraibili in aggiunta, senza un tetto numerico autonomo, ma devono rispettare i valori dei prezzari regionali o del prezzario DEI. Eventuali scostamenti sono ammessi solo se adeguatamente documentati e motivati. In caso contrario, in sede di controllo, l’Agenzia delle Entrate può ridurre l’importo riconosciuto come agevolabile.

Un altro aspetto fondamentale è la documentazione. La fattura deve separare chiaramente i costi di fornitura da quelli di posa in opera, consentendo di verificare il rispetto dei massimali e la congruità della manodopera. Anche i pagamenti devono essere effettuati tramite bonifico parlante, riportando la causale specifica, il riferimento normativo, il codice fiscale del beneficiario della detrazione e il numero di partita Iva o codice fiscale del fornitore.
Massimali ecobonus per serramenti: cosa comprendono
Il decreto MITE del 2022 ha stabilito che il massimale di 780 €/mq per la sostituzione degli infissi si applica esclusivamente ai materiali forniti. Sono compresi i serramenti, i vetri e gli accessori, ma restano esclusi i costi per la posa in opera. Questo significa che, a fronte di un intervento del valore complessivo di 10.000 €, se la sola fornitura degli infissi rientra nei massimali previsti, la manodopera può essere aggiunta senza problemi di tetto numerico, purché sia congrua.

Le FAQ di ENEA hanno chiarito che i costi di installazione devono essere confrontati con i valori contenuti nei prezzari ufficiali, come quelli regionali o il prezzario DEI. In assenza di questa coerenza, l’Agenzia delle Entrate può contestare la spesa. In altre parole, i massimali non fissano un limite di spesa alla manodopera, ma richiedono che questa sia in linea con il mercato e con la tipologia di intervento.
Manodopera e controlli fiscali
La manodopera resta quindi un costo agevolabile, ma non privo di vincoli. Non esistendo un massimale specifico, diventa essenziale la corretta imputazione e la giustificazione dei valori applicati. Le verifiche dell’Agenzia delle Entrate e dell’ENEA possono concentrarsi proprio sulla congruità delle fatture, soprattutto se la spesa appare eccessiva rispetto ai valori medi.
Gli esperti di settore sottolineano l’importanza di richiedere preventivi dettagliati che distinguano la fornitura dalla posa, e di conservare tutta la documentazione utile a dimostrare la congruità dei costi. Anche le spese di trasporto e montaggio accessori possono essere incluse, purché collegate all’intervento agevolato.
In conclusione, la posa in opera dei serramenti rientra pienamente tra le spese detraibili con ecobonus, ma deve sempre rispettare i criteri di congruità. Non c’è un tetto autonomo, come confermato da ENEA e dal decreto MITE, ma la trasparenza nella fatturazione e l’aderenza ai prezzari ufficiali sono condizioni imprescindibili per non incorrere in contestazioni future.