Eni e Chevron sorprendono gli analisti: nuovi target da tenere d’occhio

Mentre tutti parlano di energia pulita, c’è un dettaglio che sembra sfuggire ai più. I grafici dicono qualcosa di diverso. E anche le grandi banche non stanno certo chiudendo gli occhi davanti a certe opportunità.

Due colossi del settore petrolifero stanno ricevendo segnali tecnici e valutazioni che non passano inosservate. Dietro le cifre e i pattern, si intravede un possibile cambio di passo che potrebbe rimettere in gioco un intero comparto. E se il futuro fosse ancora legato, almeno in parte, al petrolio?

Estrazione petrolio
Eni e Chevron sorprendono gli analisti: nuovi target da tenere d’occhio-trading.it

Tra aprile e maggio, il prezzo del petrolio ha disegnato una figura grafica ben nota agli analisti: un doppio minimo intorno ai 54 dollari. Non è solo una questione estetica su un grafico, ma un possibile segnale di ripartenza, un punto in cui la pressione ribassista si è arrestata per due volte. Questo pattern si è formato proprio sulla mascella dell’Alligator Index trimestrale, uno strumento usato per interpretare i movimenti di mercato basandosi su tre medie mobili.

A rafforzare questa impressione c’è anche il fatto che l’Alligator, su base giornaliera, ha mostrato un’impostazione chiaramente rialzista. In pratica, l’indicatore suggerisce che il trend potrebbe aver cambiato direzione. A questo si aggiungono due livelli chiave che molti operatori stanno osservando con attenzione: un supporto a 59,74 dollari e una prima resistenza a 71. Questi valori non sono casuali: rappresentano le soglie oltre le quali potrebbero scattare nuove reazioni da parte degli investitori, amplificando il movimento in corso.

Le valutazioni su Eni e Chevron accendono l’interesse

Mentre i segnali tecnici si accumulano, anche il mondo finanziario sembra orientarsi verso una visione positiva sui grandi nomi dell’energia tradizionale. A maggio 2025, Eni ha attirato l’attenzione di diverse banche d’affari. Goldman Sachs ha mantenuto il rating “Buy” con un target a 15 euro, seguita da JP Morgan con 16 euro, HSBC con 15,10, Jefferies con 15 e infine Banca Akros, la più ottimista, che ha alzato l’asticella a 17 euro.

Grafico rialzista
Le valutazioni su Eni e Chevron accendono l’interesse-trading.it

Tutti i giudizi condividono un punto chiave: la fiducia nei fondamentali di Eni. Nonostante le incertezze legate alla transizione ecologica, il gruppo italiano continua a mostrare una generazione di cassa solida e piani di sviluppo ben definiti, che convincono gli analisti. Il denominatore comune? Il rating Buy che sottolinea quanto il titolo sia ancora considerato appetibile nel medio periodo.

Dall’altra parte dell’oceano, anche Chevron riceve valutazioni favorevoli. A maggio, Goldman Sachs ha leggermente ritoccato il suo target da 176 a 174 dollari, pur confermando il giudizio positivo. Bank of America ha fatto lo stesso, indicando un obiettivo di 170 dollari per azione. Il consensus generale resta ottimistico: su circa 20 analisti che coprono il titolo, la maggior parte mantiene valutazioni comprese tra “Moderate Buy” e “Hold”, con un prezzo medio tra 159,50 e 161,60 dollari.

Quello che colpisce è la costanza con cui Chevron continua a generare flussi di cassa e mantenere dividendi attorno al 5%. In un periodo in cui i mercati sono particolarmente attenti alla sostenibilità finanziaria, questa caratteristica rafforza la sua posizione nel portafoglio degli investitori più cauti.

La domanda, allora, non è solo dove stia andando il petrolio, ma piuttosto se ci troviamo di fronte a una rinnovata stagione di fiducia verso i giganti dell’energia fossile. Quando i segnali tecnici si intrecciano con l’ottimismo degli analisti, qualcosa potrebbe essere sul punto di cambiare. Forse, più che un ritorno al passato, si tratta di un nuovo equilibrio ancora tutto da decifrare.

Gestione cookie