Eni ed Exxon Mobil: due colossi, due strategie, un solo futuro?

Cosa accade quando due colossi dell’energia si muovono in direzioni opposte, mentre il mondo attorno cambia volto? Il confronto tra Eni ed Exxon Mobil nel 2025 non è solo questione di utili o dividendi. Dietro ogni cifra si nasconde una visione, un modo di interpretare il futuro. Tra chi spinge per la transizione e chi invece resta ancorato alla tradizione, si gioca una sfida che dice molto più di quanto sembri.

In ogni settore ci sono momenti in cui i numeri smettono di essere solo indicatori di performance e iniziano a raccontare storie. È il caso del confronto tra Eni e Exxon Mobil, due giganti che operano nello stesso settore ma che stanno giocando partite molto diverse. L’una, italiana, sta cercando di cambiare pelle; l’altra, americana, continua a rafforzare il proprio modello tradizionale. Due approcci, due strategie, due idee di futuro.

Persone che analizzano dei dati
Eni ed Exxon Mobil: due colossi, due strategie, un solo futuro?-trading.it

Quando si guarda alle performance del primo trimestre del 2025, si nota subito come le differenze non siano solo geografiche. Eni registra un utile netto adjusted di 1,41 miliardi di euro, in calo rispetto all’anno precedente. Tuttavia, l’EBIT adjusted cresce del 36%, segnale che alcuni comparti – soprattutto Enilive e Plenitude – stanno rispondendo bene. Anche il debito cala, passando da 18,63 a 16,54 miliardi, a testimonianza di un maggiore controllo finanziario.

Dall’altra parte, Exxon Mobil chiude il trimestre con un utile netto di 7,71 miliardi di dollari e un flusso di cassa operativo di 13 miliardi. La produzione cresce grazie ai bacini del Permian e della Guyana. Ma ciò che colpisce di più è l’acquisizione da 60 miliardi di Pioneer Natural Resources, una mossa che rafforza ulteriormente il focus sull’oil & gas.

Due filosofie industriali agli estremi: Eni verso la transizione, Exxon resta salda

La differenza più netta emerge guardando alla strategia energetica. Eni ha rafforzato gli investimenti nella transizione, spingendo su mobilità sostenibile e rinnovabili, con Enilive e Plenitude in prima linea. Ha inoltre previsto azioni compensative per oltre 2 miliardi, cercando di tenere sotto i 6 miliardi gli investimenti netti annuali. Una strada graduale, ma visibile.

Grafico azionario
Due filosofie industriali agli estremi: Eni verso la transizione, Exxon resta salda-trading.it

Exxon Mobil, invece, rimane ancorata alla sua vocazione storica. Con 140 miliardi di dollari stanziati per espandere la produzione nel Permian, il gruppo americano mostra di credere fermamente in una domanda stabile di petrolio e gas per molti anni ancora. La sostenibilità, qui, non è assente, ma assume un significato diverso: efficienza, ritorno per gli azionisti, massimizzazione delle risorse esistenti.

Le politiche di remunerazione confermano queste differenze. Eni ha aumentato il dividendo a 1,05 euro per azione e ha attivato un piano di buyback da 3,5 miliardi entro il 2026. Exxon, invece, mantiene un dividendo trimestrale di 0,99 dollari e punta su un buyback massiccio da 20 miliardi annui.

Per gli analisti, Eni ha un potenziale rialzo del 12,43%, mentre Exxon Mobil si attesta oltre il 19%. Le raccomandazioni sono positive per entrambe, ma con un entusiasmo maggiore verso il colosso americano. Resta però una domanda: nel lungo termine, premierà di più chi cambia strada o chi la mantiene?

Gestione cookie