Scopriamo come accedere all’esenzione dall’IMU. Occorre conoscere bene le differenze tra dimora e residenza. Quando non si paga.
Le verifiche sui requisiti di residenza o dimora abituale tengono conto solo del possessore dell’immobile e non dei suoi familiari. C’è una sentenza della Corte Costituzionale che non lascia dubbi.
L’IMU, Imposta Municipale Unica o Propria, è il tributo istituito dal governo Monti nella manovra Salva-Italia del 2011 e si paga a livello comunale sul possesso dei beni immobiliari. Parte ufficialmente nel gennaio 2012, e fino al 2013 è stata valida anche sull’abitazione principale. Dal 2011 ad oggi la normativa IMU è stata sottoposta a diverse modifiche. Chi deve pagare questa imposta e chi, invece, ne è esente?
Il versamento della tassa IMU è dovuto da coloro che sono in possesso dei seguenti immobili: fabbricati diversi dall’abitazione principale (dove si è stabilita la residenza anagrafica e la dimora fisica); abitazioni principali signorili (cioè solo quelle accatastate nelle categorie “di lusso” A/1, A/8 e A/9); aree fabbricabili; terreni agricoli. L’Imu è obbligatoria per i proprietari di fabbricati, aree fabbricabili e terreni; titolari del diritto reale di usufrutto, uso, abitazione, enfiteusi, superficie; coniuge assegnatario della casa coniugale a seguito di separazione legale, annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio (ma solo nel caso di abitazione “di lusso”);
concessionario nel caso di concessione di aree demaniali; locatario per gli immobili, anche da costruire o in corso di costruzione, concessi in locazione finanziaria.
La Corte Costituzionale ha chiarito questo concetto sottolineando come, per l’esenzione Imu per l’abitazione principale, occorra che il contribuente ci viva in modo abituale, mentre non è necessario che ci abitino anche i suoi familiari.
La sentenza dichiara l’illegittimità costituzionale della norma messa nero su bianco dal Dlgs 540/1992, in tema di ICI, facendo riferimento all’articolo 8 che richiede sia per il possessore dell’immobile sia per i suoi familiari la dimora abituale. Una normativa di fatto stravolta. L’ICI, come l’IMU, è un’imposta che ha per presupposto il possesso, la proprietà o la titolarità di altro diritto reale in relazione a beni immobili e non dipende dalle caratteristiche personali del contribuente, attribuisce rilievo esclusivamente all’elemento oggettivo dell’immobile e, in particolare, alla circostanza che il contribuente vi dimori abitualmente.
Come ha sentenziato la Corte Costituzionale, nell’abitazione principale dimora abitualmente il contribuente, mentre sempre più spesso i coniugi si stabiliscono in dimore distinte per motivi di lavoro o di assistenza ai genitori anziani.
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