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Economia e Finanza

Esiste davvero il favore ai pensionati? Finalmente chiarito perché le uscite facili sono fumo negli occhi e perdita secca

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Niente è come sembra attorno alle uscite facili. Gira una bufala che danneggia i pensionati, ma solo pochi si sono resi conto di quanto sia fallimentare questo aggiornamento.

Uscire dal mondo del lavoro è sempre più complesso, per non dire “impossibile”. Chi ci riesce facilmente è fortunato, ma la maggior parte non solo ha a che fare con requisiti sempre più rigidi da soddisfare, ma anche quando la pensione viene raggiunta, questa si rivela essere poco vantaggiosa. Come sopravvivere? Soprattutto come tutelarsi da una bufala che si spaccia per verità? Niente è come sembra, per questo non bisogna essere vittime del sistema.

La bufala del favore ai pensionati: finalmente chiarito perché le uscite facili sono fumo negli occhi- Trading.it

Tutto parte dalla Legge di Bilancio 2025, è questa la protagonista assoluta delle polemiche in corso. Essa determina in maniera specifica la destinazione delle risorse finanziarie, investendo in certi settori con il fine di migliorare la qualità di vita della collettività. Appunto, dovrebbe contenere delle misure che sostengono i cittadini, non che li danneggino. Sia per quanto concerne l’andamento di stipendi e pensioni, che per il carico fiscale.

Nello specifico, le critiche sono destinate al trattamento previdenziale, o meglio, nei confronti di una “riforma” che non si concretizzerebbe in maniera adatta. In sostanza, questa permette ai lavoratori di andare prima in pensione, a 64 anni con 25 di contributi. Ma non tutti sono contenti, perché ci sono delle limitazioni e dei requisiti ancora più duri. Per comprenderli, basta approfondire per prima la normativa e i suoi dettagli.

La più grossa bufala del 2025 raccontata ai pensionati: tutela degli interessi

Per andare in pensione si devono rispettare dei requisiti specifici, ma questi, come tanti altri settori del sistema italiano, sono destinati a cambiare continuamente. Anche in relazione alla Legge di Bilancio che ogni anno, modifica la posta in gioco. Infatti, i lavoratori dovranno soddisfare dei requisiti ancora più rigidi, e di conseguenza non ci sono le semplificazioni tanto desiderate.

La più grossa bufala del 2025 raccontata ai pensionati: tutela degli interessi- Trading.it

Sono quattro i punti che oggetto di modifiche, il primo consta nella combo tra previdenza obbligatoria e quella complementare, per cui è necessario avere un piano di previdenza complementare attivo. Condizione che non hanno tutti. Segue la solfa dei contributi, i 25 anni devono essere interamente versati a titolo contributivo. Significa che i periodi retributivi non possono andare bene. Cioè che il sistema visto non lo si può contemplare.

Già da questi due element, una larga fetta di cittadini ne potrebbe venire esclusa. Seguono poi i versamenti volontari che devono essere pluriennali ai fondi integrativi, requisito che non può mancare. Ed infine, si sostanzia una rendita minima, un importo di 1607 euro al mese, che a conti fatti, risulta il triplo dell’assegno sociale.

Perché questi elementi pongono tanto sconcerto? Tutto ricade nella reale accessibilità alla pensione, ma non in riferimento a una nicchia di cittadini, ma per la maggior parte dei lavoratori. In poche parole, questi avanzamenti non si adattano alle esigenze della maggior parte delle persone. Qual è il meccanismo da utilizzare?

Metodo migliore per calcolare la pensione, passaggi e requisiti definitivi

Le principali critiche partono da esponenti come Stefano Biasioli che sottolinea che si tratti di una proposta vecchia, perché consta nel riproporre delle idee già tentate. Fa riferimento a quelle trattate da Alberto Brambilla e Roberto Maroni. La stessa mancanza di un Fondo di solidarietà per coprire i rischi di questa problematica è critico. C’è una compromissione della stabilità economica dei pensionati del futuro. Per raggiungere i requisiti indicati, 64 anni+25 di contributi, un lavoratore dovrebbe avere un reddito medio annuo di 55 mila euro. Come fanno quelli più poveri?

Metodo migliore per calcolare la pensione, passaggi e requisiti definitivi- Trading.it

Sono modifiche non vanno bene per la maggior parte dei pensionati, poiché non si migliorano gli aspetti della sostenibilità e dell’accessibilità. Soprattutto i pensionati si sentono traditi nelle promesse, dato che le reali opportunità di riforma riguardano una cerchia ristretta. Basta ricordare i requisiti della pensione anticipata. Ci vogliono 64 anni e 20 di contributi, in alternativa c’è quella standard in cui gli anni di contributi sono 42 per gli uomini e 41 per le donne, ma senza limite d’età.

Lo stesso importo è pari a 2,8 volte l’assegno sociale per le donne con un figlio, e 3 volte per gli altri. Nel primo caso, si parla di circa 1496 euro mensili, nel secondo 1603 euro. Dal 2024 il valore generale è di 1521 euro al mese, ma per le donne con figli scende a 2,6 volte l’assegno sociale. E l’importo massimo? Non può superare di 5 volte il trattamento minimo INPS, che nel 2024 era di 2993 euro.

Non manca la finestra d’attesa di 3 mesi in cui si sta senza stipendio né pensione per riuscire a maturare i requisiti. Ma come si calcola l’importo? Se si usa il sistema retributivo, ci si basa sugli ultimi stipendi. Quello contributivo si fa riferimento ai contributi versati durante la carriera. Ed infine, c’è quello misto tra i due che si applica alla data di inizio del primo rapporto di lavoro.

Quindi, bisogna soddisfare sia requisiti anagrafici che contributivi per la pensione anticipata in Italia, oltre a garantire che l’importo soddisfi le soglie minime.

Fabiana Donato

Redattrice classe '96 nata sotto il segno dei pesci, ma con la grinta di un ariete che passa le giornate tra la kick boxing e la scrittura. Amante di film, anime, libri e manga, ed interessata a tutti ciò che anima il mondo. Laureata in scienze politiche e storia, insegnante a tempo perso, con l'obiettivo di pubblicare le sue storie.

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