Questi comportamenti sono assolutamente da evitare per quanto riguarda le fatture elettroniche, ecco di cosa si tratta.
Ci sono dei comportamenti che sono da evitare al fine di non finire nei guai. Sbagliare è fin troppo facile, per questo la Corte di Cassazione si è espressa con la sentenza n. 28910 dello scorso 6 agosto. Ecco di quali si tratta, soprattutto qual è la corretta condotta da attuare.

Per prima cosa, si chiarisce che la mancata conservazione digitale delle fatture elettroniche, se ad esempio sono state stampate e consegnate senza salvare il file in digitale, non equivale direttamente alla distruzione degli atti. Risulta piuttosto un “occultamento delle scritture contabili”.
Tale distinzione è cruciale, poiché implica un rischio penale grave per il contribuente, l’occultamento è considerato un reato doloso, e non semplicemente una negligenza o un errore ammnistrativo.
Si analizza un caso concreto con protagonista un imprenditore che emetteva fatture cartacee, senza conservarne copia né elettronica, né registrarle nei registri fiscali, rendendo poi i documenti indisponibili per le verifiche fiscali interne, pur essendo rintracciabili presso i clienti.
Tale comportamento, è interpretato come la volontà di occultare i documenti, cioè di renderli irrintracciabili, con l’intenzione malsana di evadere le imposte sui redditi o l’IVA. Così, la Corte sottolinea che la condotta non è la semplice distruzione dei documenti, ma un occultamento che comporta implicazioni penali di peso. Si esclude la mera casualità o disorganizzazione.
La differenza tra distruzione e occultamento ha effetti sulla prescrizione del reato e sulla prova del dolo. Con l’occultamento considerato più grave e con tempi di prescrizione più lunghi.
Tutti i comportamenti da evitare sulle fatture elettroniche, ecco cos’è successo
Per non rischiare il penale nella gestione delle fatture elettroniche, è fondamentale rispettare la corretta conservazione digitale, e la registrazione dei registri fiscali. In questo modo, si evita che ogni comportamento possa essere interpretato come occultamento delle scritture contabili, che nella fattispecie è una condizione penale rilevante.

La scorretta gestione delle fatture elettroniche mette nei guai con sanzioni amministrative e penali in base alla violazione.
Se non c’è emissione delle fattura elettronica obbligatoria, potrebbe arrivare una sanzione tra il 90% e il 180% dell’IVA non documentata, con un minimo di 500 euro per operazione. Inviare con ritardo la fattura elettronica, comporta una sanzione dal 10% al 70% dell’IVA, con un minimo di 300-500 euro in base ai casi.
Davanti errori nella compilazione possono emergere sanzioni tra 250 e 2 mila euro, a meno che non incidano sulla determinazione dell’IVA. Se non c’è conservazione digitale delle fatture per almeno 10 anni si può arrivare fino a 1000 euro di sanzione per documento. L’omessa emissione davanti acquisti da fornitori esteri, comporta una sanzione di 2 euro a fattura, fino a massimo al mese di 400 euro.
Infine, ci sono anche sanzioni specifiche che si applicano in casi di split payment, inversione contabile e reverse charge, con multe che possono partire dal 5% dei corrispettivi non documentati. Dalle novità normative 2025, anche i contribuenti in regime forfettario con ricavi sopra 25 mila euro, sono obbligati alla fatturazione elettronica, con conseguenti sanzioni davanti le violazioni.