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La Fed cambia rotta e i BTP Italia offrono una rendita pazzesca, mai vista prima

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L’effetto della politica monetaria della Fed rafforza i timori per la tenuta della crescita e il sentiment rialzista sui mercati obbligazionari.

Il dollaro continua a rafforzarsi contro l’euro arrivando intorno agli 1,0845 mentre le quotazioni dell’oro sono prossime ai 1.940 dollari l’oncia. Lo Spread Btp/Bund è vicino ai 170 punti base.

Da dopo la pubblicazione dei verbali della riunione della Federal Reserve a marzo lo spread dei rendimenti sovrani italiani è aumentato contestualmente alla certezza di un aumento dei tassi d’interesse a maggio di un altro 0,5%. Prima di ciò nel breve termine saranno vendute le obbligazioni in portafoglio a un ritmo di 95 miliardi di dollari al mese.

L’impatto sul rendimento dei Titoli di Stato USA è inevitabile così come su quelli italiani. Il rendimento dei primi del titolo con scadenza a dieci anni supera il 2,71%, sui massimi da tre anni. Il numero uno della Federal Reserve di St. Louis, James Bullard, ha detto ieri che la banca è in ritardo con il raggiungimento degli obbiettivi di politica monetaria. Per fermare l’inflazione si deve agire velocemente e in modo deciso influendo in un momento particolarmente delicato soprattutto per la crescita economica dell’eurozona.

La Fed accelera sull’inversione di rotta della politica monetaria

Il sentiment degli investitori vede rialzi di oltre 65 punti base per i tassi della BCE entro la fine dell’anno. Secondo gli analisti di Goldman Sachs, l’aspettativa è che la Bce aumenti i tassi di 25 punti base sia a settembre che a dicembre.

Il rendimento del Bund a 10 anni, il benchmark per la zona euro, è balzato allo 0,69%. Le obbligazioni più sensibili sono però oggi quelle francesi con il rendimento a 10 anni in aumento di 4 punti base con i prezzi più alti da metà 2015 all’1,267%. Questo accade in particolare perché gli investitori sono in tensione per il primo turno delle elezioni presidenziali, previsto per domenica prossima. L’estrema destra francese guidata da Marine Le Pen possa, può avere largo consenso e dare qualche grattacapo a Emmanuel Macron. Il maggiore vantaggio per gli investitori dato un ulteriore rialzo dei rendimenti è un testa a testa, in cui Macron abbia un vantaggio risicato il cui esito finale sarà deciso al ballottaggio del 24 aprile.

Gli effetti sui Titoli di Stato italiani influisce in particolare sui BTP

Sul nostro mercato sovrano, a garantire rendimenti ottimali c’è il BTP con scadenza 1 marzo 2072. Il BTP a cinquant’anni offre una cedola lorda fissa del 2,15% (ISIN: IT0005441883). Questa mattina, l’obbligazione è scesa a una quotazione inferiore a 80 centesimi, mai così bassa sin dalla sua emissione di un anno fa. Il rendimento lordo offerto è di quasi il 3,2%, quello netto del 2,79%.

Da inizio anno, il BTP 2072 si era deprezzato del 15,7% sull’aspettativa di un decorso graduale e sicuro della crescita e dell’inflazione. Con l’inizio del conflitto quest’ultimo è salito dello 0,71%. Questo significa che se oggi un obbligazionista acquista il titolo, in portafoglio si ritroverà alla scadenza un rendimento netto complessivo del 35,4% più alto di quello che avrebbe portato a casa all’inizio dell’anno.

Oggi conviene anche investire su un obbligazione con scadenza a 50 anni

L’Italia che ha emesso il sua prima obbligazione con scadenza a 50 anni soltanto nel 2016 è oggi dopo la Grecia l’anello debole della catena per la tenuta dell’eurozona. Sul lungo termine questo Titolo di Stato è molto probabilmente in grado di compensare gli effetti dell’inflazione e fornire un rendimento reale positivo, con un rischio di perdere il capitale particolarmente basso. Niente male per un asset dal rischio di credito quasi nullo.

E anche se volessimo acquistare il BTp 2072 per rivenderlo a prezzi più alti prima della scadenza, questa sta diventando già una buona occasione d’investimento. La discesa del prezzo sarà seguita verosimilmente dalla risoluzione del conflitto ucraino e una certa stabilizzazione per quanto riguarda la politica energetica italiana. Nell’estate scorsa, il bond arrivò a quotare a più di 105. Un prezzo possibile anche nel prossimo futuro per un guadagno che acquistandolo ai prezzi attuali significherebbe un profitto di oltre il 30%.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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