Fisco 2026, il paradosso: il 27% degli italiani paga il 76% dell’Irpef. Il dato sconvolgente che nessuno dice

Il sistema fiscale italiano continua a mostrare contraddizioni profonde: rigido e severo con i contribuenti più deboli e facilmente controllabili, ma poco incisivo quando si tratta di contrastare i grandi evasori che riescono ad aggirare le regole con strumenti complessi e difficili da intercettare.

La pressione fiscale in Italia rimane tra le più alte in Europa e la maggior parte del gettito deriva da Irpef e Iva, imposte che gravano in particolare su lavoratori dipendenti e pensionati. Gli studi dell’Agenzia delle Entrate e del MEF stimano che l’evasione fiscale superi ogni anno gli 80 miliardi di €, con un peso notevole sui conti pubblici. Una parte significativa di questo divario deriva da settori in cui i pagamenti sono meno tracciabili e dove è più facile ricorrere a pratiche di elusione. Secondo la Corte dei Conti, i controlli fiscali colpiscono prevalentemente i redditi bassi o medi, lasciando spesso scoperte le situazioni più complesse che richiederebbero indagini approfondite. Gli esperti di Itinerari Previdenziali hanno evidenziato che l’80% del gettito è garantito da circa il 20% dei contribuenti, mentre una quota consistente della popolazione non versa alcuna Irpef.

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Fisco 2026, il paradosso: il 27% degli italiani paga il 76% dell’Irpef. Il dato sconvolgente che nessuno dice – trading.it

Le indagini del Fondo Monetario Internazionale collocano l’Italia ai primi posti in Europa per livello di tax gap, con una distanza rilevante tra imposte dichiarate e imposte effettivamente riscosse. Il fenomeno dei condoni fiscali e delle sanatorie ripetute ha spesso favorito chi ha nascosto redditi, riducendo l’efficacia complessiva del sistema. Infine, le nuove tecnologie di controllo digitale e le banche dati centralizzate si dimostrano molto efficienti nell’individuare errori o omissioni dei piccoli contribuenti, ma risultano ancora limitate quando si tratta di intercettare i grandi flussi di capitali esteri e i meccanismi di evasione internazionale. Questo squilibrio alimenta il dibattito sulla reale equità del sistema fiscale italiano.

Il peso dell’evasione e i dati ufficiali

Le statistiche diffuse dal Ministero dell’Economia e delle Finanze indicano che ogni anno l’Italia perde risorse per oltre 80 miliardi di €. Di questa cifra, una quota consistente è attribuibile a mancati versamenti di Iva e a pratiche di dichiarazioni infedeli sui redditi. Nel 2024 l’Agenzia delle Entrate ha intensificato i controlli incrociati su fatture elettroniche, conti correnti e operazioni sospette, ma i risultati mostrano ancora una forte concentrazione di verifiche sui piccoli contribuenti, mentre i grandi patrimoni restano più difficili da monitorare.

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Il peso dell’evasione e i dati ufficiali – trading.it

Secondo il rapporto annuale della Corte dei Conti, l’area più critica riguarda i settori a bassa tracciabilità dei pagamenti, come edilizia, servizi e commercio al dettaglio. In questi ambiti si concentra una parte significativa del tax gap, mentre l’uso sempre più esteso di strumenti digitali, come lo scontrino elettronico e la fattura elettronica, ha migliorato l’emersione delle basi imponibili nei comparti più facilmente monitorabili. Tuttavia, il sistema rimane sbilanciato: chi ha redditi bassi o fissi subisce controlli stringenti e immediate trattenute alla fonte, mentre chi dispone di mezzi per occultare capitali all’estero o per sfruttare strumenti societari complessi riesce più facilmente a sottrarsi alla pressione fiscale.

Disuguaglianze e credibilità del sistema

Gli analisti di Itinerari Previdenziali hanno sottolineato che il 76% dell’Irpef è versato da poco più del 27% dei contribuenti, ossia coloro che dichiarano redditi medio-alti. Al contrario, quasi la metà della popolazione non paga imposte dirette, per assenza o insufficienza di reddito imponibile. Questo scenario crea una spaccatura netta tra chi sostiene gran parte del sistema e chi resta escluso dal prelievo fiscale.

Secondo gli esperti, l’effetto delle ripetute sanatorie fiscali ha alimentato una percezione di ingiustizia: i piccoli contribuenti sono sottoposti a prelievi automatici e non possono sfuggire al fisco, mentre i grandi evasori hanno spesso beneficiato di strumenti straordinari di regolarizzazione a condizioni agevolate. Il Fondo Monetario Internazionale ha più volte raccomandato all’Italia di rafforzare la lotta all’evasione internazionale e di ridurre la dipendenza da strumenti occasionali di condono, che rischiano di minare la credibilità del sistema.

Il quadro complessivo mostra quindi un fisco che si presenta “forte con i deboli e debole con i forti”, come sintetizzato da diverse analisi indipendenti. La sostenibilità delle finanze pubbliche dipenderà sempre di più dalla capacità di riequilibrare il sistema, colpendo in modo efficace l’evasione fiscale strutturale e restituendo fiducia a quei cittadini che oggi sostengono, quasi da soli, il peso del prelievo.

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