Arriva la salvezza per il cittadino, ecco cosa fare con il Fisco entro 60 giorni, altrimenti si rischia di perdere tutto.
Nuove regole da rispettare sulla decadenza e sul pagamento dell’avviso bonario. È il CPB, Concordato Preventivo Biennale, strumento di raccordo tra contribuente e Fisco, a determinare grossi cambiamenti. Avviene con il DLGS n. 81/2025, lo indica la Circolare n. 9/E/2025 dell’ADE. Le novità riguardano l’arco temporale die 60 giorni, cosa fare entro questo limite davanti le cause di decadenza del regime per le irregolarità dei pagamenti.

Da sempre la questione veniva gestita così, cioè davanti la ricezione di una comunicazione di irregolarità, messaggio meglio noto come “avviso bonario”, subentrava la decadenza automatica del CPB. Ma il DLGS n. 81/2025 ha posto in essere una modifica importante.
Questa assume il nome di “modifica differita”, per cui la decadenza entra in gioco solo se il pagamento integrale delle somme dovute non avviene entro i 60 giorni dal ricevimento dell’avviso bonario, ai sensi di art. 15 DLGS n. 81/2025.
Soprattutto si parla di un pagamento da porre in essere in una sola soluzione. Non si può procedere con la rateizzazione prevista dall’art. 3-bis DLGS n. 462/1997.
Quali sono gli effetti del mancato pagamento? Se non si adempie a ciò entro quanto stabilito, il contribuente decade in automatico dal CPB per gli anni in oggetto di adesione.
Cosa fare?
Arriva il ravvedimento, ecco cosa fare con il Fisco entro 60 giorni
Entra in gioco uno strumento molto importante, si parla di “ravvedimento”, una salvezza. Ecco cosa fare con il Fisco entro 60 giorni e avere la situazione in regola senza rischiare di perdere risparmi o essere trasgressori della legge.

Il Ravvedimento operoso è ammesso, questo non determina la decadenza del regime, ma si può usare solo se preso in considerazione prima della ricezione della comunicazione di irregolarità, l’avviso bonario, e senza che ci sia stata attività amministrativa già iniziata. S’intendono accesso, ispezioni e verifiche.
Cosa si evince? Che dalla nuova disciplina emergono vantaggi e criticità. Non poter ricorrere alla rateizzazione è chiaramente visto come un limite abbastanza rigido. In questo modo infatti, potrebbero essere penalizzati i contribuenti che al momento hanno difficoltà di liquidità. Al tempo stesso, si rischia di vanificare il rapporto e la finalità di collaborazione del CPB.
Al di là di questo però, il termine di 60 giorni è un’evoluzione positiva rispetto la gestione originaria. Introduce un maggior equilibrio e flessibilità rispetto l’automatismo decadenziale sopra indicato.
In conclusione, per evitare la decadenza del CPB, il contribuente che riceve l’avviso bonario deve saldare entro 60 giorni, ma in una sola soluzione, senza rateizzare. Altrimenti, perderà tutti e due gli anni validi per l’accordo e il regime vantaggioso.