Il flash crash, un’anomalia di mercato poco conosciuta ma in grado di mandare in rosso migliaia di conti di trading.
Quella del flash crash è una dinamica che ha cominciato a diffondersi insieme alla propensione ad affidare il trading alla gestione di software e algoritmi.
Un “flash crash” si verifica quando il prezzo di un asset, qualunque esso sia, crolla in un periodo ristretto che dura anche solo pochi secondi, recuperando la quotazione di partenza in maniera altrettanto veloce. Un fenomeno che può così mandare in rovina chi ha lasciato aperti gli ordini a mercato anche impostando ordini di chiusura pendenti.
L’improvvisa volatilità può essere generata da un errore nell’ampiezza dell’ordine a mercato, solitamente dipendente da sistemi automatici. Questi sono in grado anche di sincronizzarsi incrementando o diminuendo simultaneamente la liquidità a un dato segnale nella price action.
I “flash crash” travolgono così nuvole di ordini pendenti e possono facilmente violare gli stop loss causando perdite maggiori di quelle preventivate. Di fatto il piccolo e medio investitore può perfino non avvertirli, perché i periodi di reazione risultano velocissimi.
Un modo con cui provare a sfruttare queste anomalie è quella di trovare un asset poco liquido in cui c’è una particolare attenzione degli operatori, per esempio per la sua correlazione a eventi che destano incertezza sul valore, sia positivi che negativi. In un contesto di mercato del genere è possibile immettere un ordine pendente con scadenza entro una certa data inserendolo molto lontano dal prezzo per esempio del 15 o 20%.
C’è la bassa probabilità che l’ordine a mercato venga aperto e si realizzi un guadagno particolarmente redditizio. Per ottenere questo è possibile immettere un ordine pendente del tipo buy o sell limit ipotizzando nel primo caso un flash crash ribassista o nel secondo rialzista. In questo modo l’ordine si apre con la prima variazione e va in guadagno con il prezzo che viene riassorbito nella direzione contraria.
Si tratta comunque di un azzardo considerando l’impossibilità di garantire la chiusura automatica della posizione nel caso il prezzo prosegua oltre il nostro ordine. Oltre questo è importante considerare l’uso della leva finanziaria che deve essere limitato data l’altissima volatilità del fenomeno.
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