Fondo pensione e tasse sulle rendite: la verità sugli importi che pochi conoscono

Una norma del passato torna a farsi sentire, proprio quando sembrava che tutto fosse ormai regolato dalle nuove leggi fiscali. Il tema delle maggiorazioni sulle pensioni integrative maturate prima del 2007 apre un confronto interessante tra vecchie disposizioni e regole attuali.
Una recente risposta dell’Agenzia delle Entrate ha riportato alla luce un principio poco noto ma fondamentale. Chi pensava che le opzioni esercitate oggi si basassero sulle norme più recenti potrebbe doversi ricredere.

Quando si parla di previdenza integrativa, il passato pesa ancora molto.

La questione riguarda scelte già fatte, capitali già incassati e somme che verranno liquidate nei prossimi anni. Le conseguenze fiscali non sono sempre immediate, ma possono incidere concretamente sulle disponibilità economiche di chi ha aderito ai fondi pensione.

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Un chiarimento tecnico può quindi trasformarsi in una questione molto pratica, che tocca da vicino i diritti maturati. E così una linea temporale diventa il vero spartiacque fiscale tra chi ha diritto a un trattamento e chi a un altro.

Quando si affrontano argomenti come la tassazione dei fondi pensione, si rischia di perdersi tra leggi, percentuali e norme transitorie. Ma in realtà, tutto ruota attorno a una distinzione molto semplice: prima o dopo il 2007. Chi ha maturato prestazioni integrative entro quella data, anche se esercita scelte oggi, rientra ancora sotto le vecchie regole. Questo dettaglio è stato confermato in modo esplicito dall’Agenzia delle Entrate con la risposta n. 245 del 2025.

Nel caso analizzato, alcuni iscritti a un fondo pensione avevano scelto, nel 2021, di trasformare la rendita mensile in capitale. Fin qui nulla di anomalo. Ma nel 2025, il fondo decide di distribuire un avanzo patrimoniale legato a quelle stesse prestazioni. Quale tassazione applicare? Quella nuova, con l’aliquota del 15% (riducibile in base all’anzianità)? Oppure la vecchia tassazione separata?

Quando il passato fiscale continua a valere

La risposta dell’Agenzia non lascia margini di dubbio: anche se la capitalizzazione è avvenuta di recente, le somme si riferiscono a prestazioni maturate prima del 1° gennaio 2007. In questi casi, la tassazione resta quella separata, prevista dagli articoli 17 e 19 del TUIR. Il punto non è quando il capitale viene liquidato, ma a quale periodo si riferisce.

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Il meccanismo della tassazione separata prevede che l’imposta venga calcolata su una media dei redditi percepiti nei cinque anni precedenti, e non secondo le aliquote ordinarie. Si tratta di un sistema meno favorevole rispetto a quello introdotto dalla legge 252/2005, ma ancora valido per chi ha maturato i diritti entro il 2006.

Questa interpretazione ha effetti concreti: chi ha lasciato il servizio prima del 2007 e riceve ora una maggiorazione del capitale deve pagare le tasse secondo le vecchie regole. Anche se il pagamento avviene nel 2025. Anche se l’avanzo patrimoniale è stato generato in tempi recenti. La data che conta resta quella in cui si è maturato il diritto.

Le nuove regole e il limite temporale del 2007

Dal 2007 in poi, con l’entrata in vigore delle nuove disposizioni, la tassazione dei fondi pensione è diventata più vantaggiosa. L’aliquota base è del 15%, con una riduzione dello 0,3% per ogni anno di anzianità contributiva successivo al quindicesimo, fino a un minimo del 9%. Una progressività che premia chi ha aderito presto e ha mantenuto a lungo la posizione attiva.

Ma questo vantaggio si applica solo alle prestazioni maturate dopo quella data. È qui che molti commettono un errore: credono che conti il momento della liquidazione, mentre la normativa guarda invece al momento della maturazione. Questo significa che, anche se un capitale viene incassato oggi, la sua origine fiscale può farlo rientrare nel vecchio regime.

Per i fondi pensione, la conseguenza è la necessità di gestire due regimi paralleli: uno per le prestazioni ante 2007, l’altro per quelle successive. Un lavoro tecnico che richiede attenzione, perché una tassazione errata può comportare contestazioni o sanzioni.

Chi si trova a pianificare oggi la propria uscita dal lavoro deve quindi tenere conto di questo spartiacque normativo. Conoscere quando sono stati versati i contributi diventa essenziale per stimare l’effettiva tassazione. E in un sistema in cui ogni punto percentuale può valere centinaia o migliaia di euro, anche un dettaglio temporale può fare la differenza.

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