Bayer dovrà pagare un maxi risarcimento a un agricoltore che a lungo ha usato RoundUp, a base di glisofato: decisione della Corte Suprema Usa
La Corte Suprema degli USA ha rigettato l’appello della Bayer, la quale dovrà pagare un maxi risarcimento ad un agricoltore che per anni ha usato il RoundUp, ovvero un erbicida a base di glisofato, senza essere avvertito dei possibili rischi legati al cancro. Alcuni dettagli in merito.
Arriva una sconfitta dal punto di vista giudiziario per la Bayer negli Stati Uniti, in seguito all’appello rigettato dalla Corte Suprema degli Usa, che porterà la Bayer a dover pagare un maxi risarcimento ad un agricoltore. A parlarne nel proprio approfondimento è IlSalvagente.it.
La Corte Suprema ha dunque rigettato l’appello della multinazionale, la quale dovrà pagare il maxi risarcimento ad un agricoltore che per diverso tempo, si legge, ha usato il RoundUp, un erbicida a base di glisofato. Tale erbicida, discusso, è stato classificato come “probabile cancerogeno”, spiega IlSalvagente.it, da parte della Iarc dell’OMS. La Corte Federale degli Stati Uniti ha in precedenza emesso una sentenza mediante cui stabilisce che l’Epa, Agenzia per la protezione ambientale “non ha valutato adeguamento se il glisofato causa il cancro e si è sottratto ai suoi doveri” nel 2020, quando vi è stata la proroga – anche se provvisoria – della licenza del glisofato.
Ciò quanto riportato, ma seguire alcuni dettagli in merito.
Un tema importante, duque, quello inerente il glisofato e il risarcimento che dovrà pagare la Bayer ad un agricoltore in base all’appello rigettato da parte della Corte Federale degli Usa.
Come si legge su Ilsalvagente.it, il quale menziona Il Financial Times, le cause di risarcimento pendenti negli Stati Uniti contro la Bayer-Monsanto sono oltre trentamila, mentre il colosso dell’agrofarma – si legge ancora – ha accantonato un grosso fondo di 4,5 miliardi di dollari per poter fronteggiare i tanti ricorsi giudiziari, alcuni dei quali, viene spiegato, sono già arrivati alla conclusione con la condanna della multinazionale.
Inoltre, è arrivato l’annuncio da parte del colosso circa la decisione di smettere di vendere il RoundUp nel 2023. Quella di Hardeman è una storia emblematica; questi, viene raccontato, nel settembre 2016 fece causa all’allora Monsanto, la prima ad essere istruita presso il tribunale “speciale“, RoundUp MDL, col giudice Vince Chhabria, perché avrebbe contratto il linfoma di Hodking, si legge, in seguito all’utilizzo del RoundUp senza che l’azienda – il proprietario a quel tempo era la Monsanto poi comprata da Bayer nel 2018 – avesse avvertito in etichetta circa i possibili rischi in relazione al cancro.
Il verdetto definitivo da parte della Corte Suprema è arrivato dopo sei anni, e ora il colosso dovrà procedere al risarcimento nei confronti dell’agricoltore. Viene spiegato da IlSalvagente.it che l’agricoltore viveva con sua moglie in California, nella contea di Sonoma, su cinquantasei acri che erano impiegati come rifugio per animali esotici. Il soggetto che ha querelato ha iniziato ad impiegare i prodotti RoundUp ai fini del trattamento della quercia velenosa, le erbacce e l’eccessiva crescita nella sua proprietà negli anni ’80. L’irrorazione è proseguita sino al 2012. Dopo 3 anni, viene spiegato, ha avuto la diagnosi di cancro di linfoma non Hodgkin, nel 2016 si è rivolto al tribunale.
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