Con il BTP 3,5% Gennaio 2026 (ISIN IT0005514473) è possibile ottenere un rendimento netto intorno all’1,6% annuo, grazie alle cedole semestrali e alla tassazione agevolata al 12,5%. Il titolo offre un equilibrio tra redditività e sicurezza, ideale per chi cerca un investimento di breve durata con bassa esposizione ai tassi di interesse. Inoltre, acquistandolo sopra la pari, si matura un credito d’imposta che attenua l’impatto fiscale complessivo.
Si tratta di uno dei titoli di Stato italiani più seguiti dagli investitori retail, spesso utilizzato come strumento di parcheggio della liquidità in attesa di nuove opportunità. Il suo profilo di rischio contenuto e la durata limitata lo rendono un’opzione interessante nel portafoglio di chi privilegia stabilità e flussi cedolari costanti. Inoltre, grazie alla scadenza ravvicinata, questo BTP consente di mantenere una gestione flessibile del capitale, permettendo di pianificare reinvestimenti successivi senza esporsi eccessivamente alla volatilità dei tassi.
È apprezzato in particolare da chi desidera un impiego temporaneo della liquidità con rendimento certo, ma anche da chi costruisce una strategia di investimento a scalare, combinando titoli di diversa durata per ottimizzare il flusso cedolare complessivo. In un contesto economico in cui la politica monetaria europea si muove verso una fase di maggiore stabilità, il BTP 3,5% Gennaio 2026 continua a rappresentare una scelta di equilibrio tra prudenza, efficienza fiscale e rendimento prevedibile.
Il BTP 3,5% Gennaio 2026 (ISIN IT0005514473) è un titolo di Stato a tasso fisso con cedole semestrali pari all’1,75% del valore nominale, corrispondenti a un rendimento lordo annuo del 3,5%. Il prezzo di mercato aggiornato si attesta intorno a 100,43278, leggermente superiore al valore nominale di 100 €, determinando quindi un piccolo premio all’acquisto. Il rendimento effettivo lordo, calcolato alla data odierna, è di circa 2,03%, mentre quello netto – dopo l’applicazione dell’imposta sostitutiva del 12,5% – si colloca intorno all’1,59% annuo.
La durata residua, inferiore a 4 mesi, comporta una duration molto bassa (circa 0,29), riducendo quasi del tutto la sensibilità del titolo alle variazioni dei tassi di mercato. Come evidenziato dai dati del MEF e della Banca d’Italia, i BTP a breve termine stanno tornando centrali nelle strategie dei risparmiatori italiani, grazie alla combinazione di stabilità, rendimento certo e trattamento fiscale favorevole.
L’acquisto del BTP 3,5% Gennaio 2026 sopra la pari comporta un effetto fiscale particolare: il cosiddetto credito d’imposta da disaggio. In base alla normativa fiscale italiana, quando un titolo di Stato viene comprato a un prezzo superiore al 100% del nominale, l’investitore può accantonare un credito fiscale pari al 12,5% della differenza tra prezzo di acquisto e valore nominale. Questo meccanismo, riconosciuto e gestito automaticamente dagli intermediari finanziari, consente di compensare parte delle imposte dovute sui rendimenti futuri. In pratica, il piccolo disaggio derivante dal prezzo sopra la pari viene fiscalmente bilanciato, rendendo l’investimento più efficiente dal punto di vista tributario.
Con un prezzo di 100,43278, la differenza rispetto al valore nominale è minima e il credito d’imposta maturato sarà quindi contenuto, ma comunque utile per ridurre l’impatto della tassazione sulle cedole. Il titolo, come tutti i BTP, gode del regime agevolato con imposta sostitutiva del 12,5% su cedole e plusvalenze, molto inferiore rispetto al 26% applicato agli strumenti finanziari privati. Ciò rende questo BTP di breve durata una soluzione interessante per chi punta su stabilità, flussi certi e vantaggi fiscali nel breve periodo.
L'Istat svela un dato economico sconvolgente: gli italiani hanno parcheggiato 1.593 miliardi di euro in…
Con il BTP 3,6% Ottobre 2035 (ISIN IT0005648149) è possibile ottenere un rendimento netto vicino…
Un messaggio su Whatsapp non basta per comunicare una malattia grave al datore di lavoro.…
I BTP 2028 sono oggi tra i titoli di Stato italiani più analizzati, grazie al…
Entro il 31 ottobre 2025 i pensionati che percepiscono redditi da lavoro autonomo devono comunicarli…
Il mese di ottobre si annuncia cruciale per il Tesoro italiano con un calendario fitto…