Hai fatto la dichiarazione dei redditi? Potresti avere diritto a un bonifico

A volte può sembrare un errore, ma in realtà potrebbe essere semplicemente un rimborso. Sì, perché capita spesso di pagare più tasse del necessario e, in quei casi, l’Agenzia delle Entrate prevede la possibilità di recuperare quanto versato in più.

La chiave è capire quando e come intervenire. Anche se il fisco può sembrare un labirinto, c’è una via d’uscita chiara per chi sa dove guardare. E se la tua richiesta viene respinta, non è detto che la partita sia chiusa.

Ci sono momenti, nella vita di un contribuente, in cui fare la dichiarazione dei redditi diventa un’occasione per rientrare in possesso di somme versate in eccesso. Questo succede più spesso di quanto si pensi, soprattutto a dipendenti e pensionati, che subiscono trattenute mensili da parte del datore di lavoro o dell’ente previdenziale.

Persona che analizza dei dati
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Alla fine dell’anno, grazie a detrazioni e deduzioni, risulta che hanno versato più di quanto avrebbero dovuto. Ed è qui che entra in gioco il rimborso Irpef. Una parola che fa gola, ma che spesso resta vaga. In realtà, capire come e quando si può ottenere la restituzione dell’Irpef è più semplice di quanto sembri, basta sapere a chi rivolgersi.

Quando il rimborso Irpef arriva automaticamente

Nel caso in cui presenti il modello 730, e hai un sostituto d’imposta (come datore di lavoro o ente pensionistico), il rimborso Irpef ti viene erogato in automatico. Se dalla dichiarazione risulta un credito, l’accredito avviene direttamente sulla busta paga di luglio o sulla pensione di agosto. Per chi presenta il 730 in ritardo, il pagamento può slittare anche di qualche mese.

Monete e banconote
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Chi si accorge di un errore solo dopo l’invio del 730 può ricorrere a un modello integrativo entro il 25 ottobre. Superata questa scadenza, resta la possibilità di usare il modello Redditi entro cinque anni dalla dichiarazione originaria. In entrambi i casi, è possibile chiedere il rimborso o mantenere il credito per compensare altre imposte.

Se però non hai un sostituto d’imposta, oppure sei un autonomo che ha versato in eccesso, dovrai presentare un’apposita istanza all’Agenzia delle Entrate. Questa può essere inviata via Pec, posta, oppure tramite il sito dell’Agenzia usando le credenziali SPID o CIE. Nel modulo vanno indicati i dati anagrafici, l’importo richiesto, le prove dei versamenti e l’IBAN per l’accredito.

Cosa fare se la richiesta viene respinta

A volte la domanda viene rifiutata: può succedere con una comunicazione ufficiale, oppure con il cosiddetto “silenzio-rifiuto”, quando passano 90 giorni senza risposta. In entrambi i casi, puoi fare ricorso alla Corte di Giustizia Tributaria entro 60 giorni (o fino a 10 anni nel caso del silenzio-rifiuto).

Attenzione alle scadenze: in genere, hai 48 mesi per presentare la richiesta di rimborso. Tuttavia, se il credito risulta chiaramente dalla dichiarazione, si applica la prescrizione ordinaria di 10 anni. E il tetto massimo al rimborso? Non esiste. L’importo recuperabile può essere totale, se giustificato.

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