Chi ha detto che restare a casa non sia più possibile dopo una certa età? Esiste una nuova misura, ancora poco nota, che mette al centro la persona anziana, la sua casa, le sue abitudini. Una scelta che guarda alla dignità, al rispetto e al valore della cura familiare. E c’entra anche l’ISEE ristretto, un elemento decisivo che può cambiare le carte in tavola per chi è davvero in difficoltà.
C’è chi parla di rivoluzione silenziosa, chi di piccola svolta. Ma una cosa è certa: nel 2025 è iniziato qualcosa di nuovo. Non si tratta solo di assistenza, ma di un modo diverso di pensare l’età anziana, la non autosufficienza, il ruolo della famiglia e dei servizi professionali.

Questo nuovo strumento si chiama Prestazione Universale, e si muove con discrezione ma anche con precisione. Riguarda proprio quei casi in cui, fino a ieri, l’unica alternativa sembrava l’istituzionalizzazione. Invece oggi si può pensare, progettare, costruire un’assistenza dentro le mura domestiche. Serve però attenzione, perché le regole sono precise e i benefici reali solo per chi rientra nei criteri richiesti. E l’ISEE ristretto è uno di quei dettagli che fanno tutta la differenza.
Prestazione Universale 2025: un nuovo aiuto per chi ha ISEE ristretto e bisogno di assistenza a casa
Non basta avere più di 80 anni e non essere più autonomi per ottenere questo contributo. Servono requisiti ben precisi, tra cui spicca proprio l’ISEE ristretto. All’inizio, l’INPS accettava solo l’ISEE ordinario, escludendo molti beneficiari potenziali. Poi, grazie alle segnalazioni e alle proteste di famiglie e patronati, è stato riconosciuto anche il modello ristretto. Un cambiamento silenzioso ma decisivo, che ha permesso a tanti anziani di rientrare nella misura senza rifare tutta la procedura.

La Prestazione Universale si compone di due parti: una fissa, che corrisponde all’indennità di accompagnamento tradizionale, e una integrativa, che può arrivare fino a 850 euro al mese. Ma quest’ultima non è automatica: per riceverla, occorre dimostrare di avere sostenuto spese per assistenza domiciliare, tramite assunzione regolare di un assistente familiare o l’acquisto di servizi professionali. Insomma, chi vuole riceverla deve agire, non solo fare domanda.
Contributo fino a 850 euro al mese: chi ha ISEE ristretto può ottenere molto, ma serve documentare tutto
Per accedere alla quota aggiuntiva, la documentazione è tutto. Non si tratta solo di presentare fatture: serve trasparenza su ogni singolo servizio, dal contratto del lavoratore domestico alle buste paga, dai contributi versati alle ricevute dei servizi. L’INPS ha fissato scadenze trimestrali rigide: aprile, luglio, ottobre e gennaio. Se si salta una di queste date o i documenti risultano incompleti, l’assegno si blocca e, in caso di errore, può essere richiesto il rimborso.
Anche la modalità di invio conta: la domanda si presenta online, con SPID, CIE o CNS, oppure tramite i patronati. Il portale è stato aggiornato per essere più accessibile, ma resta fondamentale il supporto tecnico, soprattutto per chi ha poca dimestichezza con la tecnologia. La prestazione non è tassabile né pignorabile, e viene gestita con un sistema contabile separato per garantire la tracciabilità.
Alla fine, tutto ruota attorno all’ISEE ristretto e alla capacità di strutturare un progetto domiciliare serio, sostenibile, regolare. È una sfida, certo. Ma anche un’opportunità per cambiare davvero il modo in cui si affronta l’assistenza agli anziani in Italia.