Un consiglio ricevuto al momento giusto può fare la differenza, soprattutto quando si ha tra le mani il TFR di una vita. C’è chi sceglie la strada della prudenza e chi, invece, cerca un’opportunità per far crescere il capitale in modo sicuro.
Capita spesso che, dopo anni di lavoro, ci si rivolga alle Poste per un consiglio semplice e accessibile.
Ed è proprio lì che molti sentono parlare del Buono 100, un prodotto pensato per chi vuole investire senza correre troppi rischi. Ma cosa significa davvero affidare il proprio TFR a questo strumento? E perché sempre più persone in pensione decidono di seguire questa strada?
Capirlo non è solo questione di numeri, ma di scelte concrete che parlano di fiducia, aspettative e bisogni reali. Dopo aver ricevuto centomila euro di TFR, una decisione si imponeva: lasciare i soldi fermi o cercare un modo per valorizzarli senza troppa esposizione?
Il tempo delle grandi scommesse era passato, e l’idea di qualcosa di semplice ma stabile sembrava la più sensata. Un consulente delle Poste ha suggerito il Buono 100, un prodotto mirato a chi apporta nuova liquidità su Libretto di Risparmio Postale.
Non si tratta di una soluzione miracolosa, ma di una proposta pensata per chi cerca certezze, anche a costo di rinunciare a guadagni più alti. In un contesto economico dove i tassi cambiano di frequente e i mercati sono volatili, sapere cosa aspettarsi può diventare un grande vantaggio. A quel punto la scelta è diventata meno complicata: meglio un guadagno certo che rincorrere rendimenti più ambiziosi ma incerti.
Il Buono 100 è un Buono Fruttifero Postale dedicato a chi apporta nuova liquidità, disponibile solo tramite Libretto Smart o Ordinario.
Ha una durata fissa di quattro anni e prevede un rendimento lordo del 3% a scadenza, senza cedole intermedie.
Nel caso di un investimento di centomila euro, il valore netto finale sfiora gli 111.000 euro.
Il capitale è garantito, e si può richiedere il rimborso in qualsiasi momento, ma se si esce prima della scadenza, gli interessi non vengono riconosciuti.
Questa caratteristica rende il prodotto adatto a chi sa di poter lasciare il denaro fermo per tutto il periodo.
La tassazione agevolata al 12,5% e l’assenza di costi di sottoscrizione o gestione rendono il Buono 100 ancora più interessante per chi punta alla semplicità.
Certo, manca la flessibilità di un investimento con cedole, ma molti preferiscono ricevere tutto in una sola soluzione. Chi non ha bisogno di un’integrazione mensile alla pensione, ma desidera accantonare qualcosa per un progetto futuro, trova in questo strumento una risposta coerente. Non si tratta di una soluzione universale, ma per alcune persone rappresenta la giusta combinazione tra rendimento e tranquillità.
Con un rendimento lordo intorno al 2,65%, i BTP a 4 anni rappresentano una possibile alternativa. A differenza del Buono 100, i BTP offrono cedole semestrali, che garantiscono entrate regolari e possono aiutare a coprire piccole spese o integrare la pensione. Anche loro godono della garanzia statale e della stessa tassazione agevolata, ma sono soggetti a oscillazioni di mercato.
Questo significa che vendere i titoli prima della scadenza può comportare guadagni o perdite, in base all’andamento dei mercati. Chi ha scelto il Buono 100 ha preferito rinunciare alla flessibilità delle cedole in cambio di una certezza aritmetica.
L’assenza di sorprese è spesso più importante del rendimento massimo. Alla fine, si tratta di decidere cosa conta di più: la stabilità o l’opportunità. Per chi è appena andato in pensione, sapere di poter contare su una cifra ben definita tra quattro anni può offrire un senso di ordine e serenità. E forse è proprio questo il valore più grande di un investimento come il Buono 100: la capacità di offrire un futuro chiaro, senza complicazioni.
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