Ho comprato un auto con il fermo amministrativo (l’ho scoperto dopo), adesso il debito chi lo paga?

Hai trovato l’auto perfetta, il prezzo giusto, il venditore gentile. Ma poi qualcosa non torna: ti arriva una comunicazione dall’Agenzia delle Entrate, oppure in fase di revisione ti bloccano la pratica. Il motivo? Sul veicolo appena acquistato grava un fermo amministrativo. Un vincolo che non riguarda un tuo debito, ma quello del precedente proprietario.

Il problema è che adesso l’auto è tua. E quel blocco non sparisce da solo. Si può fare qualcosa? Il debito si eredita insieme al veicolo? In molti pensano che basti aver fatto il passaggio di proprietà. Purtroppo non è così. Il fermo resta, e con lui tutti i problemi che comporta.

L’acquisto di un’auto usata sembra sempre un affare, finché non emergono complicazioni invisibili a occhio nudo. Una di queste è il fermo amministrativo. Si tratta di una misura cautelare, spesso legata a bolli auto non pagati o multe non saldate, che l’amministrazione finanziaria può iscrivere direttamente al Pubblico Registro Automobilistico.

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Ho comprato un auto con il fermo amministrativo (l’ho scoperto dopo), adesso il debito chi lo paga?-trading.it

E finché quel fermo è presente, l’auto resta bloccata: non può circolare, né essere venduta o rottamata. Un ostacolo pesante, soprattutto quando si è comprato il veicolo in buona fede, senza sapere nulla di tutto questo. La brutta notizia è che conoscere l’esistenza del fermo, almeno per la legge, era possibile.

Il fermo resta sul veicolo, anche con il passaggio di proprietà

Il concetto è semplice quanto insidioso: il fermo amministrativo è un vincolo reale. Questo vuol dire che non segue la persona, ma l’oggetto, cioè l’auto. Se un veicolo è colpito da fermo e cambia proprietario, quel vincolo continua a esistere. A nulla serve aver fatto il passaggio di proprietà regolarmente. Se il fermo era stato iscritto prima della trascrizione del nuovo proprietario al PRA, la situazione resta invariata: l’auto è legalmente bloccata.

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Il fermo resta sul veicolo, anche con il passaggio di proprietà-trading.it

La legge considera che, trattandosi di un’iscrizione pubblica, ogni acquirente abbia la possibilità di informarsi. Una semplice visura al PRA consente infatti di sapere se l’auto è gravata da ipoteche, pignoramenti o fermi. Non averlo fatto non viene visto come una scusante. Da qui nasce la responsabilità di chi vende, ma anche la difficoltà per chi acquista.

Un caso frequente è quello in cui il fermo deriva da un bollo non pagato anni prima. Il debito resta in capo al vecchio proprietario, ma il nuovo non può comunque utilizzare il mezzo. L’unica possibilità, a quel punto, è agire per vie legali contro il venditore. E qui le strade si complicano.

Come reagire se il fermo viene scoperto dopo l’acquisto

Scoprire un fermo dopo aver già acquistato l’auto è uno scenario purtroppo diffuso. In questi casi, è bene agire subito. Il primo passo è contattare il venditore e chiedere che provveda al pagamento del debito. Se collabora, può saldare quanto dovuto e ottenere la cancellazione del fermo. Ma se si rifiuta o sparisce, resta solo la strada giudiziaria.

La legge tutela l’acquirente, perché chi vende un’auto con un vincolo non dichiarato viola gli obblighi contrattuali. Il compratore può chiedere la risoluzione del contratto, con restituzione del denaro, oppure una riduzione del prezzo. In entrambi i casi è possibile ottenere anche un risarcimento per i danni subiti, come il mancato uso dell’auto o il costo per noleggi alternativi.

In alternativa, si può avviare una mediazione civile. È un percorso più veloce e meno costoso di un processo, e spesso porta a un accordo. Ma tutto parte dalla stessa base: serve documentazione, serve prova del fermo, e serve dimostrare che nulla era stato dichiarato al momento dell’acquisto.

Il miglior consiglio, in ogni caso, resta sempre uno: prima di acquistare un’auto usata, verificare lo stato del veicolo al PRA. Bastano pochi minuti e pochi euro per evitare mesi di problemi.

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