In caso di ritardi o mancati pagamenti delle pensioni, si può denunciare l’INPS per ottenere le somme spettanti?
La maggior parte delle prestazioni previdenziali e assistenziali vengono erogate dall’INPS. Ma cosa succede se le somme spettanti vengono erogate con ritardo o, peggio, non vengono riconosciute affatto? Si tratta di una questione rilevante, visto che spesso i contribuenti devono fare i conti con tale problematica.

In molti si chiedono addirittura se possa essere possibile denunciare l’INPS in caso di inadempimento. Il quesito è stato sollevato anche da un nostro Lettore, un pensionato che ha deciso di contattarci perché ha presentato regolare domanda di pensione e, pur possedendo tutti i requisiti previsti dalla normativa, non riceve ancora i relativi importi. Cosa è possibile fare in tali circostanze? Facciamo chiarezza.
L’INPS è penalmente responsabile se non viene pagata la pensione?
La normativa non consente di presentare denuncia contro l’INPS perché rappresenta un ente pubblico, presso il quale lavorano i dipendenti e ognuno è responsabile delle proprie azioni. La responsabilità penale, per legge, è personale, dunque, eventuali denunce possono essere effettuate esclusivamente contro i funzionari.

Nel caso di gravi ritardi o inadempienze, l’interessato potrà agire solo nei confronti del responsabile del procedimento, come sancisce la normativa sulla responsabilità amministrativa degli enti ,ossia il Decreto Legislativo n. 231 dell’8 giugno 2001. Ma quali sono i reati dei quali può essere accusato il dipendente dell’INPS che non provvede alla lavorazione delle pratiche? Poiché l’abuso d’ufficio è stato abrogato, potrebbe configurarsi la fattispecie dell’omissione di atti d’ufficio, ex articolo 328 del codice penale. La norma prevede la reclusione fino a un anno o la multa fino a 1.032 euro per il pubblico ufficiale che, entro 30 giorni dalla ricezione di una domanda scritta da parte del titolare di un interesse legittimo, non compie l’atto dovuto oppure non fornisce una risposta idonea sulle ragioni del ritardo.
Con la Circolare n. 264/1995, l’INPS ha sottolineato la necessità del rispetto della scadenza dei 30 giorni per la lavorazione della pratica oppure, in alternativa, per la comunicazione di un chiarimento adeguato e specifico sulle cause del ritardo. Secondo la Cassazione, il funzionario INPS va considerato un pubblico ufficiale se, tramite il suo lavoro, contribuisce alla manifestazione della volontà dell’Ente pubblico, in relazione alla prestazione spettante al contribuente. Se, invece, il funzionario non adotta alcuna decisione, non può essere considerato un pubblico ufficiale e, dunque, non potrà essere denunciato penalmente.
I funzionari INPS verso cui non si può sporgere denuncia, tuttavia, possono essere sempre segnalati al dirigente dell’ufficio di appartenenza, per l’irrogazione di eventuali pene disciplinari. È, infine, sempre possibile il ricorso all’autorità giudiziaria per ricevere la prestazione che non è stata ottenuta.