Due anni di NASpI e centomila euro in banca. È davvero possibile trasformare un momento di incertezza in un’occasione per pianificare con lucidità? Quando il reddito si riduce e l’instabilità bussa alla porta, ogni scelta conta. A volte non serve cambiare tutto, ma solo fare ordine tra le risorse. Qui si parla di una decisione semplice, concreta, nata dal bisogno di equilibrio. Senza scorciatoie, senza promesse: solo un approccio ragionato per attraversare 24 mesi senza stipendio con più serenità.
La prima sensazione, quando è arrivata la comunicazione di sospensione, non è stata di panico. Era chiaro che si trattava di un problema temporaneo, ma comunque serviva trovare un assetto. L’intervento del patronato ha chiarito subito che i requisiti per accedere alla NASpI c’erano: oltre tre anni di lavoro continuativo, contributi regolari, tutto in regola.

Da lì è partita una riflessione concreta: come gestire il sussidio di disoccupazione insieme ai risparmi fermi sul conto? La risposta è arrivata parlando con un consulente finanziario e valutando soluzioni semplici, affidabili.
NASpI: quanto dura e come funziona nei casi di sospensione temporanea
La NASpI, ovvero Nuova Assicurazione Sociale per l’Impiego, è pensata per chi perde il lavoro in modo involontario. I requisiti principali sono due: almeno 13 settimane di contributi negli ultimi quattro anni e 30 giornate di lavoro effettivo nei 12 mesi precedenti la cessazione. Nel caso in questione, i contributi superavano le 156 settimane, garantendo il massimo della durata: 24 mesi di sussidio.

L’importo iniziale viene calcolato in base alla retribuzione media degli ultimi quattro anni. Nei primi tre mesi si riceve la cifra piena, poi l’indennità viene ridotta del 3% al mese. Ad esempio, se si parte da 1.800 euro mensili, dopo qualche mese l’importo scende progressivamente. Questa dinamica va considerata attentamente nella pianificazione, perché l’effettivo ammontare cambia nel tempo.
La NASpI non è una sostituzione totale dello stipendio, ma una risorsa temporanea per affrontare una fase di transizione. Quando si ha una prospettiva di rientro, come in questo caso, si può sfruttare questo periodo per fare scelte oculate. Non serve “tappare buchi”, ma piuttosto affiancare il sussidio con entrate stabili e sicure.
Investire 100.000 euro in BTP mentre arriva la NASpI: una scelta prudente
Con 100.000 euro fermi sul conto, l’idea era trovare un modo per farli fruttare in modo prudente. La proposta del consulente della banca è stata chiara: un BTP con scadenza compatibile con i 24 mesi di NASpI, nello specifico il BTP 3,45% luglio 2027, acquistato a un prezzo di 102,34. Il rendimento effettivo annuo è 2,95% netto.
Con questa scelta, si incassano circa 2.950 euro all’anno in cedole nette, divise in due pagamenti semestrali. Alla scadenza, si recuperano 100.000 euro nominali, con una leggera perdita sul capitale investito, ma ben bilanciata dai rendimenti ricevuti. In due anni si ottengono quasi 6.000 euro di interessi, che, sommati alla NASpI, aiutano a gestire meglio le spese mensili.
Questa strategia non punta al massimo guadagno, ma alla stabilità dei flussi di cassa. Non è necessario vendere nulla, non ci sono sorprese, e i titoli possono essere monitorati facilmente tramite canali ufficiali come MEF o Poste Italiane. In momenti incerti, avere una base sicura permette di affrontare il presente con più tranquillità.
Quando si conosce la durata della disoccupazione e si hanno risorse da parte, pianificare non è solo utile: è fondamentale. E anche se il ritorno al lavoro è già previsto, poter contare su una doppia entrata regolare rende tutto più leggero.