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Economia e Finanza

I BTP aiutano a combattere l’inflazione: i migliori su cui puntare

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Non c’è periodo più opportuno di questo per sottoscrivere un nuovo Btp Italia. Nonostante l’inflazione non è destinata a durare a lungo termine in Italia resta alta l’incertezza economica.

Tra gli scenari possibili in favore di alti rendimenti c’è quello previsto da Moody’s con un rallentamento sostanziale della crescita già a partire da quest’anno.

Nello scenario di base ipotizzato da Moody’s, il Pil delle maggiori 20 economie del mondo, passerà dal 4,3% previsto a febbraio al 3,6%. Se nel 2022 subirà un rallentamento, questo sarà marcato ulteriormente nel 2023 con un rallentamento del 3,0%.

Gli analisti ora si aspettano che la Bce inizi ad aumentare il tasso sui depositi entro la fine dell’anno anziché all’inizio del 2023. Se ciò è in grado nell’immediato di agevolare le banche sul fronte della redditività, migliorando i rendimenti sui prestiti vi saranno ripercussioni generali su consumi e investimenti.

Un possibile scenario peggiorativo presuppone un brusco arresto delle esportazioni di petrolio e gas dalla Russia. L’Europa rischia la tenuta del suo sistema bancario e assicurativo. In un contesto di potenziale recessione e inflazione il BTP Italia si inserisce perfettamente in questo scenario. L’obbligazione offre agli investitori un modo semplice e relativamente sicuro per diversificare il rischio.

I BTP Italia aiutano a combattere l’inflazione e hanno oggi ottimi rendimenti

I BTP Italia sono titoli indicizzati all’inflazione e per questo limitano l’erosione del valore del capitale compensandolo con rendimenti che si adattano all’aumento dei prezzi. Il mercato obbligazionario italiano continua a rimanere sotto pressione in un contesto sfavorevole alla ripresa. La rassegnazione per l’assenza di una conclusione positiva delle restrizioni commerciali tra l’occidente e la Russia può rimettere al centro la protezione del capitale con titoli con un rendimento positivo abbastanza prevedibile.

Per esempio, il BTP Italia emesso nel 2020 e con scadenza nel 2025, otterrebbe con un’inflazione invariata sino a maggio un rendimento annuo in termini reali pari a 1,05%. Lo stesso titolo non indicizzato avrebbe invece un rendimento reale negativo del 2,40%. Se l’aumento del livello dei prezzi erode il valore reale delle cedole e del capitale di chi investe in obbligazioni, questi BTP tornano al centro dell’interesse fungendo egregiamente nella la loro funzione. Si tratta quindi di un Titolo di Stato che viaggia in parallelo al tasso di inflazione rilevato dall’Istat ogni mese, con cedola reale fissata all’emissione.

Le cedole di aprile delle obbligazioni indicizzate all’inflazione italiana

I Btp indicizzati all’inflazione italiana sono titoli studiati per gli investitori al dettaglio. Grazie al meccanismo di indicizzazione utilizzato, ogni 6 mesi è riconosciuto al detentore il recupero della perdita del potere di acquisto che si è accumulato in quel periodo. Alle cedole che garantiscono un rendimento minimo costante si somma alla scadenza finale la restituzione del capitale sottoscritto.

A partire da lunedì 11 aprile e fino a giovedì 28 aprile, ci sarà lo stacco di cedole di 4 dei 9 Btp Italia con rivalutazione del capitale. Proprio grazie alla fiammata dell’inflazione questa ha raggiunto rendimenti record. La più bassa di queste arriva infatti al 3,75% e si riferisce alla cedola che verrà staccata 11 aprile. La più alta sarà quella del 28 aprile e sarà pari al 4,21%.

Andrea Carta

Ha studiato Analisi Tecnica dei mercati finanziari e ha svolto la professione di trader indipendente fino al 2019. Appassionato di letteratura e scrittura creativa, concilia le sue conoscenze ed esperienze scrivendo articoli in tema finanziario, socio economico e politico

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