Cosa succede agli eredi di una persona che deve ancora ricevere il pagamento di una fattura. Un caso recente mette in chiaro tutto.
Se il defunto deve ancora incassare una fattura per prestazione professionale quando era ancora in vita, chi la incassa? E, soprattutto, come funziona con l’Iva e le tasse dovute allo Stato.

Compensi da incassare ma il titolare della partita Iva muore prima della scadenza. L’Agenzia delle Entrate, prendendo come riferimento un caso specifico, cerca di chiarire cosa succede agli eredi del de cuius. Quali sono gli obblighi fiscali legati ai compensi spettanti a professionisti deceduti. La vicenda riguarda un contribuente che, nel dicembre 2024, ha ricevuto parte di una parcella dovuta al padre, deceduto 13 anni prima, per prestazioni rese a una società poi fallita.
Il padre aveva però chiuso la partita Iva prima della morte. Il curatore fallimentare aveva deciso di emettere un’autofattura, trattenendo l’Iva da versare all’Erario. Ma secondo le normative, questo non era possibile. Lo stesso curatore ha così richiesto all’erede di emettere una fattura intestata alla società fallita. Ma la partita Iva era chiusa, come poteva fare?
Compensi dovuti al defunto: come gli eredi possono incassarli
Nel caso in cui un erede percepisca un compenso per prestazioni rese da un professionista deceduto, sarà tenuto ad aprire nuovamente la partita Iva intestata al defunto, emettere fattura e assolvere tutti gli obblighi fiscali, compreso il versamento dell’Iva.

Di fronte alla richiesta dell’Agenzia delle Entrate, l’erede ha sollevato dubbi sull’obbligo di riaprire la partita Iva del padre o di aprirne una propria, sostenendo che il curatore avrebbe dovuto procedere con l’autofatturazione. Come previsto dalla risoluzione n. 52/2020. Ma il Fisco ha risposto in modo negativo per il contribuente poiché, secondo la normativa vigente, il compenso ricevuto è soggetto a Iva e deve essere regolarmente fatturato dagli eredi e questo vale anche a distanza di anni dalla chiusura della partita Iva e dal decesso.
L’Agenzia delle Entrate ha sottolineato nella sua risposta al contribuente n°118/2025 in materia di erede e fattura con partita Iva, come la chiusura della partita Iva non equivale alla conclusione dell’attività professionale, che si intende tale solo una volta concluse tutte le operazioni attive e passive. In alcuni casi gli eredi devono presentare la dichiarazione dei redditi del defunto. La Cassazione ha ribadito che il momento rilevante ai fini Iva è l’incasso del compenso, indipendentemente dalla data in cui è stata resa la prestazione. Di conseguenza, anche se il compenso viene incassato anni dopo la cessazione dell’attività, esso resta imponibile ai fini Iva.
Se la fattura non è stata emessa, l’obbligo passa agli eredi, che devono procedere a emetterla. Tuttavia, se la partita Iva era stata già chiusa prima della morte, come nel caso di cui abbiamo raccontato, è necessario riaprirla per poter adempiere correttamente.