I+contributi+che+ti+mancano+per+la+pensione+puoi+sanarli%3A+doppia+novit%C3%A0+dalla+Cassazione
tradingit
/i-contributi-che-ti-mancano-per-la-pensione-puoi-sanarli-doppia-novita-dalla-cassazione/amp/
Economia e Finanza

I contributi che ti mancano per la pensione puoi sanarli: doppia novità dalla Cassazione

Published by

La Corte Suprema ha rivisto alcune norme per sanare i contributi mancanti per ottenere la pensione. Ecco cosa è emerso. 

La pensione è un traguardo a cui, da una certa età in poi, si inizia a pensare in modo molto serio. Tuttavia, per poterlo fare, ci vogliono dei requisiti specifici, altrimenti è tutto inutile.

I contributi che ti mancano per la pensione puoi sanarli: doppia novità dalla Cassazione-trading.it

Si lavora per tutta la vita, e quando giunge il momento, bisogna prima controllare che tutte le carte siano a posto, che vi sia l’età giusta, e soprattutto che i contributi siano stati versati, in modo da non incorrere in problemi.

Si può verificare, tuttavia, un contesto in cui mancano all’appello dei contributi, magari perché il proprio datore di lavoro non li aveva versati all’epoca, e questo potrebbe essere un ostacolo per potersi ritirare dal mondo del lavoro.

È dunque importante informarsi e intervenire, in questi casi, per capire come recuperare la somma non versata, se c’è opportunità di farlo. E proprio a tal proposito, ci sono due recenti sentenze della Corte Suprema, che toccano questo importante argomento. Ecco come si è espressa la Cassazione, in merito.

Contributi che mancano per la pensione, così è possibile sanarli

Quando il datore di lavoro non ha versato vecchi contributi, potrebbe configurarsi un problema di assenza di quei versamenti che potrebbe pregiudicare non poco l’andare in pensione.

Contributi che mancano per la pensione, così è possibile sanarli-trading.it

Quest’anno, 2024, la Corte Suprema si è espressa in merito all’opportunità, per il dipendente, di chiedere all’INPS di pagare i contributi, nel caso in cui il vecchio titolare non lo abbia fatto. Nella sentenza 12833, un dipendente chiedeva di recuperare contributi risalenti a un impiego svolto negli anni ’70, per due anni.

Erano contributi finiti in prescrizione e non versati. Per poter attivare la rendita vitalizia, bisogna dimostrare all’INPS con documentazione che contenga una data sicura, la reale esistenza e durata del rapporto lavorativo intrattenuto in un determinato periodo.

Basterebbe solo questo documento, e non servirebbe portare ulteriori prove, dell’effettivo svolgimento di quell’impiego. Nella seconda sentenza, 13229, la Corte ha invece riaperto una discussione sull’applicabilità della scadenza di prescrizione decennale, per l’istanza di rendita del dipendente. Attualmente, pare si sia espressa per una “rimeditazione”, in merito alla cosa.

Dunque, prima di andare in pensione, è importante verificare di essere in possesso di tutti i documenti e gli anni contributivi, per raggiungere serenamente tale traguardo.

Recent Posts

Guadagnare il 4% fisso e netto è ancora possibile? Ecco cosa sapere

Nel 2024 sembrava facile: si poteva ottenere un 4% netto investendo in titoli di Stato…

2 ore ago

Lavoratori: a maggio viene accreditato il bonus 2000 euro ma solo ad alcuni

Maggio ricco per molte categorie di lavoratori che vedono premiati i loro sacrifici. Sono categorie…

3 ore ago

Come i professionisti leggono i grafici: il segreto è in questa curva

Cosa succede davvero quando una semplice linea può cambiare il modo in cui leggi un…

4 ore ago

Debiti con il fisco: il falso mito del “non ho nulla” smontato punto per punto

Hai debiti con l’Agenzia delle Entrate ma non possiedi nulla? Potresti pensare di essere al…

12 ore ago

Caterpillar sotto i riflettori: l’indizio tecnico che pochi hanno notato

C'è stato un momento preciso, in questi ultimi mesi, in cui qualcosa ha cominciato a…

13 ore ago

Hai firmato un mutuo tra il 2022 e il 2024? Ora è il momento di abbassare la rata cambiando banca

Hai firmato un mutuo tra il 2022 e il 2024? Ti sei ritrovato con rate…

14 ore ago