Lasciare diecimila euro fermi per dodici anni è davvero una buona idea? La risposta potrebbe sorprendere. Esistono investimenti che sembrano sicuri, ma che alla lunga si rivelano meno vantaggiosi del previsto. Il confronto tra un Buono postale e tre BTP mette in luce non solo i numeri, ma due modi opposti di affrontare il futuro. E se la scelta più prudente fosse anche quella meno redditizia? A volte basta guardare più da vicino per scoprire che la stabilità ha un prezzo.
Un capitale che resta intatto nel tempo può sembrare una scelta logica, soprattutto in un mondo che cambia di continuo. Ma quando il tempo si dilata, come nei dodici anni di un investimento a lungo termine, anche piccole differenze si trasformano in cifre importanti.

Tra le opzioni più gettonate, i Buoni fruttiferi postali restano tra gli strumenti più rassicuranti. Il Buono 3×4, in particolare, garantisce interessi crescenti ogni tre anni fino a una durata massima di dodici.
Chi, invece, guarda ai BTP, sa di entrare in una logica diversa: rendimenti potenzialmente superiori, a fronte di oscillazioni di prezzo che richiedono nervi saldi. Ma quanto cambia davvero, alla fine del percorso, tra queste due strade?
Chi sceglie il Buono 3×4 dorme tranquillo, ma potrebbe perdere di vista l’occasione giusta
Il Buono postale 3×4 rappresenta da sempre una scelta rassicurante. Un rendimento certo, nessun costo occulto, zero sorprese. Su 10.000 euro investiti, al termine dei dodici anni si ottiene un rimborso netto di 13.725,41 euro. Un guadagno di 3.725 euro che, su base annua, equivale a circa il 2,7% netto.

Non c’è dubbio: è uno strumento perfetto per chi cerca stabilità e non vuole esporsi a rischi. Tuttavia, l’inflazione, anche se bassa, continua a intaccare il valore reale del denaro nel tempo. Questo significa che, pur vedendo crescere il capitale, il potere d’acquisto potrebbe non seguire lo stesso ritmo. La semplicità del Buono 3×4 è un punto di forza, ma anche un limite.
La scelta di questo strumento va bene per chi preferisce la certezza, ma si rivela meno brillante per chi punta a valorizzare davvero il proprio capitale nel lungo periodo.
I BTP 2037 offrono di più, ma solo a chi è disposto ad accettare qualche incertezza iniziale
Guardando ai BTP in scadenza nel 2037, si scoprono numeri più generosi. Il BTP Tf 0,95% Mz37, acquistabile oggi a 75,24, consente un guadagno netto attorno a 13.296 euro a scadenza. Nonostante il rendimento netto annuo del 3,45%, il basso tasso cedolare ne limita l’attrattiva.
Più interessanti sono il BTP Tf 4,05% Ot37 e il BTP Tf 4,00% Fb37, con rendimenti netti annui rispettivamente del 3,13% e 3,05%. Il primo restituisce circa 14.330 euro, il secondo 14.210 euro: quasi 600 euro in più rispetto al Buono postale.
Chi sceglie questi titoli, però, deve mettere in conto fluttuazioni di mercato. Tuttavia, chi ha intenzione di portarli fino alla scadenza non è esposto a perdite, anzi: il tempo diventa un alleato. I BTP richiedono pazienza e una certa fiducia nella tenuta del sistema, ma offrono una crescita più solida per chi può aspettare.