Il BTP che ha previsto la BCE: cosa nasconde il 3.35% 2035?

 Un titolo di Stato che anticipa la Banca Centrale? È quello che è successo negli ultimi mesi, quando un BTP ha iniziato a salire ben prima che la BCE prendesse una decisione ufficiale. Il 5 giugno 2025, infatti, da Francoforte è arrivata una scelta che ha acceso l’interesse sul mercato obbligazionario.

E quel movimento iniziato a marzo ora sembra avere una spiegazione ben chiara. Ma il margine per chi investe oggi è ancora interessante o si è già bruciato tutto in anticipo?

Persona che illustra a una platea dati e grafici
Il BTP che ha previsto la BCE: cosa nasconde il 3.35% 2035?-trading.it

I segnali erano evidenti per chi sapeva leggerli. Il BTP 3.35% con scadenza marzo 2035 ha compiuto un balzo silenzioso ma deciso, passando da 95,64 a 99,99 nel giro di tre mesi. Dietro questo rialzo, c’era l’aspettativa – poi confermata – di un cambiamento nella politica monetaria della Banca Centrale Europea. Il taglio dei tassi era nell’aria, e il mercato ha iniziato ad agire prima dell’annuncio ufficiale. Il risultato? Chi ha investito prima di giugno si trova oggi con una plusvalenza potenziale e un rendimento ancora interessante. Ma ora lo scenario cambia e bisogna riconsiderare le mosse.

Taglio BCE del 5 giugno: tassi giù al 2%, ma cautela sulla strada futura

Il 5 giugno 2025, la BCE ha abbassato i tassi di interesse di 25 punti base, portando il tasso sui depositi dal 2,25% al 2,00%. Anche il tasso di rifinanziamento principale è stato portato al 2,15%, mentre quello sulle operazioni marginali è sceso al 2,40%. Una decisione che rappresenta l’ottavo taglio consecutivo dalla metà del 2024, ma che arriva in un clima molto più prudente. L’inflazione nell’Eurozona è tornata sotto controllo, vicina al target del 2%, e ora la BCE cerca un equilibrio tra stimolo all’economia e stabilità dei prezzi.

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In questo contesto, il comportamento del BTP 3.35% 01MZ35 non sorprende. Il mercato aveva già iniziato a scontare tassi più bassi, premiando i titoli con cedole elevate e durata medio-lunga. È il classico effetto di un ciclo di allentamento monetario: quando i tassi scendono, il valore dei titoli già in circolazione tende a salire. Ed è proprio quello che è successo. Il rialzo del prezzo da 95 a quasi 100 riflette questa dinamica. Ma ora che il taglio è realtà, la domanda è: quanto spazio resta per guadagni futuri?

Cosa rende oggi il BTP marzo 2035 per chi investe 10 mila euro?

Con un prezzo di 99,99, il BTP 3.35% con scadenza marzo 2035 offre un rendimento netto a scadenza del 2,95%, e un rendimento lordo del 3,38%. A questo si aggiunge un rateo netto di 0,8045 (su base 100), che rappresenta la quota interessi maturata e non ancora pagata. Per un investimento di 10 mila euro, il ritorno netto complessivo fino a scadenza si aggira intorno ai 2.950 euro, distribuiti in cedole semestrali.

Non si tratta di una rendita eccezionale, ma di un profilo solido e stabile, che in un contesto di tassi in calo mantiene un certo valore. Il fatto che il prezzo sia ormai prossimo alla pari indica però che buona parte della rivalutazione è già stata assorbita. Chi entra ora, trova un titolo affidabile e con cedole superiori rispetto alle nuove emissioni future, ma con un potenziale limitato sul fronte capital gain.

La riflessione da fare riguarda il futuro prossimo. La BCE continuerà a tagliare i tassi? E se sì, a quale ritmo? Le prossime mosse saranno decisive per capire se il BTP 01MZ35 potrà beneficiare ancora di una spinta, o se ha già espresso il massimo del suo potenziale.

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