Il Fisco chiede al Governo di conoscere tutti i saldi dei conti correnti dei cittadini per migliorare i pignoramenti, siamo tutti controllati

Una proposta destinata a far discutere arriva sul tavolo del Governo: l’Agenzia delle Entrate potrebbe ottenere accesso diretto ai saldi dei conti correnti per eseguire pignoramenti più rapidi. Non si parla più solo di sapere se esiste un conto intestato, ma di conoscere esattamente quanti soldi contiene. Un’idea che nasce da un problema concreto, ma che apre scenari delicati sul fronte della privacy e della fiducia tra cittadini e Stato.

Ogni tanto, una notizia rompe il silenzio della burocrazia e tocca qualcosa di molto personale: i soldi sul conto corrente. E non per una nuova tassa, ma per un possibile superpotere da concedere all’Agenzia delle Entrate-Riscossione.

Lente con punto interrogativo
Il Fisco chiede al Governo di conoscere tutti i saldi dei conti correnti dei cittadini per migliorare i pignoramenti, siamo tutti controllati-trading.it

Parliamo di una misura che permetterebbe all’ente di vedere in tempo reale quanti soldi ci sono sul conto di chi ha debiti col Fisco, per pignorare in modo immediato. La proposta arriva in un momento difficile per le casse dello Stato e nasce da un dato impressionante: il magazzino fiscale ha raggiunto i 1.273 miliardi di euro, una montagna di crediti mai riscossi.

Il sistema attuale funziona con tempi lunghi e molte incertezze. Oggi, prima di un pignoramento, l’Agenzia può sapere se esiste un conto, ma non quanto contiene. Il risultato? Spesso si procede a tentoni, e il pignoramento va a vuoto. Da qui, la richiesta di un cambio radicale. Ma si può davvero scambiare efficienza con controllo?

L’accesso ai saldi correnti: cosa prevede la proposta

Il documento tecnico consegnato al ministro dell’Economia propone una modifica sostanziale: non più solo l’accesso all’esistenza dei conti, ma anche alla consistenza attuale, ovvero al saldo aggiornato. Un’azione che mira a rendere più efficace il recupero dei debiti fiscali, soprattutto quelli di importo elevato. In teoria, l’Agenzia avrebbe così la possibilità di valutare subito la capienza di un conto e procedere al blocco solo se c’è davvero qualcosa da prelevare.

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L’accesso ai saldi correnti: cosa prevede la proposta-trading.it

I tecnici parlano di una misura urgente, inserita nel più ampio contesto della legge di bilancio. La proposta non è nuova: era già apparsa nella manovra 2024, ma fu fermata dalla premier Giorgia Meloni, che la ritenne eccessivamente invasiva. Ora torna sul tavolo, segno che il problema è ancora aperto. Il dibattito coinvolge anche l’ABI, l’associazione delle banche, che si è detta disponibile a collaborare, ma con precise garanzie.

Uno degli aspetti più critici riguarda la tutela della privacy. I saldi bancari sono informazioni estremamente sensibili, e la possibilità di accedervi senza un giudice rischia di creare una frattura nel rapporto tra cittadini e istituzioni. Per questo, si ipotizza un accesso regolato da limiti rigidi, tracciabilità delle richieste e obbligo di motivazione. Ma basterà?

Fiducia sotto pressione: il confine tra efficienza e sorveglianza

Il cuore della questione è tutto qui: quanto è giusto concedere in nome della lotta all’evasione? L’obiettivo è chiaro: recuperare somme che mancano alla sanità, alla scuola, ai servizi pubblici. Ma il metodo solleva interrogativi importanti. Dare accesso ai saldi correnti può migliorare l’efficacia del sistema, ma senza un bilanciamento forte rischia di trasformarsi in una sorveglianza permanente e automatica.

C’è poi un rischio pratico: cosa succede in caso di errori? Se, per esempio, viene pignorato il conto sbagliato per una omonimia o per un’anomalia nei dati, le conseguenze per chi subisce l’errore possono essere gravi. Per evitare situazioni simili, servirebbero regole chiare, notifiche preventive, limiti d’importo sotto cui non si può intervenire.

Chi lavora da freelance, ad esempio, spesso alterna periodi di incassi abbondanti ad altri più magri. Poter essere oggetto di un pignoramento automatico, senza preavviso, può minare la stabilità economica di intere categorie. Ed è qui che il dibattito si fa davvero complesso. Si parla di denaro, certo, ma anche di equilibri sociali.

La vera sfida è trovare un punto di incontro tra giustizia fiscale e rispetto dei diritti. Se mancano fiducia e trasparenza, anche le misure più utili rischiano di diventare strumenti divisivi.

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