Una novità del 2024 ha cambiato le carte in tavola, coinvolgendo anche chi pensa di non aver nulla da dichiarare. Il nuovo quadro W non è solo una formalità, ma un passaggio che tocca risparmi, investimenti e cripto-attività.
Anche chi si affida al CAF dovrà prestare attenzione. Non si parla solo di numeri, ma di responsabilità reali e nuove regole che vale la pena conoscere da vicino.

Ogni anno, con l’arrivo della stagione fiscale, molti si affidano al collaudato modello 730, pensandolo come un semplice adempimento. Per lavoratori dipendenti e pensionati, infatti, è da sempre una scorciatoia comoda, grazie alla mediazione del sostituto d’imposta. Ma da quest’anno le cose cambiano. Con l’introduzione del quadro W del modello 730, anche chi ha beni o attività all’estero si troverà a dover fare attenzione a qualcosa di più di una semplice firma.
Molti italiani hanno conti correnti fuori dall’Italia, magari per ragioni di lavoro o di famiglia, oppure hanno investito, anche senza grandi cifre, in cripto-attività. Alcuni hanno ereditato un immobile in un altro Paese. Tutte situazioni che fino a ieri potevano passare sotto traccia se si utilizzava il modello 730. Ora non più. Il quadro W diventa obbligatorio anche in questi casi, e ignorarlo può portare a problemi reali.
Il nuovo quadro W: a cosa serve e chi riguarda
La funzione principale del quadro W è quella di garantire il monitoraggio fiscale sulle attività finanziarie e patrimoniali detenute all’estero. Non è quindi limitato ai grandi patrimoni, ma riguarda chiunque possieda, anche per una parte dell’anno, beni fuori dai confini italiani. Parliamo di conti bancari, investimenti, cripto-attività, e immobili. Anche in assenza di un guadagno concreto, il possesso va dichiarato.

Nel dettaglio, il contribuente dovrà indicare nel quadro W il valore delle attività e, se dovute, liquidare le imposte collegate: IVAFE per le attività finanziarie estere, IVIE per gli immobili, e l’imposta sul valore delle cripto-attività. È importante sapere che anche chi ha dismesso un’attività durante l’anno deve comunque dichiararla.
La compilazione non è banale: ogni attività va registrata in un rigo diverso, e bisogna indicare anche se si tratta di una dichiarazione ai soli fini del monitoraggio. In questi casi, va barrata l’apposita casella “Solo monitoraggio”. È un passaggio fondamentale per chi vuole evitare sanzioni o contestazioni.
L’obbligo riguarda anche chi risulta titolare effettivo secondo la normativa antiriciclaggio, anche se formalmente non possiede l’attività. Inoltre, anche i conti con giacenza sotto i 15.000 euro vanno dichiarati se è dovuta l’IVAFE. Attenzione anche al cambio valuta: gli importi vanno convertiti in euro usando i tassi ufficiali stabiliti dall’Agenzia delle Entrate.
Cosa cambia nel rapporto tra contribuente e Fisco
Questo nuovo quadro rappresenta un cambio di passo. Il Fisco chiede una trasparenza sempre maggiore, anche in presenza di attività apparentemente irrilevanti. È un invito, o forse un obbligo, a prendere maggiore consapevolezza di ciò che si possiede. E a riflettere su come gestire al meglio il proprio patrimonio, anche quando è disperso su più fronti o Paesi.
Il modello 730 con il nuovo quadro W non è più solo un documento da firmare e dimenticare. È una fotografia precisa della propria situazione patrimoniale.