I BTP sono da sempre un rifugio sicuro per i risparmiatori italiani. Ma cosa succede quando conti correnti e depositi bancari iniziano a offrire rendimenti più alti, senza bloccare i tuoi soldi per anni?
In un momento in cui le banche giocano al rialzo per attrarre nuovi clienti, il confronto con i titoli di Stato diventa inevitabile. E per molti, sorprendente. Potrebbe essere arrivato il momento di ripensare dove far crescere i propri risparmi.
Per anni, il solo pensiero di investire in BTP, i Buoni del Tesoro Poliennali, bastava a tranquillizzare migliaia di italiani. Rendimento garantito, basso rischio, zero complicazioni. Bastava scegliere la durata e il gioco era fatto. Ma ora che l’inflazione corre e i rendimenti effettivi si stanno ridimensionando, molti si chiedono: è ancora questa la scelta migliore?
Guardiamo qualche numero. Il BTP IT0004644735, con scadenza marzo 2026 e cedola del 4,50%, oggi rende 1,74% netto a fronte di un prezzo di acquisto sopra la pari (102,10). Non molto, soprattutto se paragonato a strumenti bancari alternativi. Ancora meno interessante è il BTP IT0001174611, in scadenza a novembre 2027, che offre un rendimento netto dell’1,68%, pur avendo una cedola nominale del 6,50%. Il terzo, il BTP IT0001086567, scadenza novembre 2026, ha una cedola del 7,25% ma rende effettivamente solo l’1,60% netto.
E allora viene naturale porsi una domanda: ha ancora senso legare i propri soldi per anni in strumenti come i BTP, quando alcune banche online propongono conti correnti e conti deposito con rendimenti superiori al 3%, talvolta anche al 4%?
Francesco, che ha sempre usato i BTP per mettere da parte qualcosa in sicurezza, ha deciso di guardarsi intorno. Con sorpresa ha scoperto un conto corrente online che offriva il 3,25% lordo per sei mesi, senza canone e con bonifici gratuiti. Una soluzione pratica, liquida e adatta anche alla gestione delle spese quotidiane. In poche parole: una versione moderna dei vecchi libretti postali, ma con interessi molto più generosi.
E se hai del denaro che puoi lasciare fermo per un po’, le opportunità aumentano. Alcuni conti deposito non vincolati arrivano al 4% lordo, con la possibilità di prelevare in qualsiasi momento. Altri, vincolati per 12 o 24 mesi, offrono ancora di più: tassi che, al netto dell’imposta di bollo dello 0,20%, superano tranquillamente i rendimenti dei BTP sopra citati.
Francesco ha fatto i conti: con 10.000 euro in un conto deposito al 3,5% lordo, guadagna più di quanto riceverebbe investendo in uno dei tre Buoni del Tesoro menzionati, e senza l’obbligo di attendere fino al 2026 o 2027 per vedere i suoi soldi di nuovo disponibili. In più, è coperto fino a 100.000 euro dal Fondo Interbancario, proprio come accade con i BTP, che sono garantiti dallo Stato.
Ecco perché oggi il confronto è più aperto che mai. Non si tratta di scegliere tra sicurezza e rischio, ma tra opzioni diverse per obiettivi diversi. I conti remunerati sono perfetti per chi vuole flessibilità e rendimento nel breve termine. I BTP restano ideali per chi cerca una rendita stabile e pianificata nel tempo. Ma quando i tassi bancari iniziano a superare i titoli pubblici, è giusto fermarsi a riflettere.
Pensaci: se anche lo Stato ti offre meno di una banca online, forse il modo di risparmiare è cambiato davvero.
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