Il miglior BTP a breve termine? I numeri parlano chiaro

Un titolo di Stato che oggi fa parlare di sé, grazie a un mix tra rendimento netto interessante e una scadenza che non spaventa. Con una durata residua di 3 anni e un rendimento effettivo netto vicino all’1,7%, il Btp Tf 3,4% Ap28 Eur attira l’attenzione di chi ha da parte 100.000 euro e vuole farli lavorare in modo prudente.

Ma tra cedole, prezzo sopra la pari e rischio inflazione, conviene davvero investire su questo strumento? I numeri dicono molto, ma non tutto.

File crescenti di monete con piantine e salvadanaio
Il miglior BTP a breve termine? I numeri parlano chiaro-trading.it

C’è qualcosa di rassicurante in un investimento che si muove su binari chiari. Il Btp Tf 3,4% Ap28 Eur è uno di quei titoli che, senza fare troppo rumore, entra nei radar degli investitori con un profilo più conservatore. Con una scadenza residua di tre anni, offre un rendimento che, pur non facendo sognare, sembra in linea con le aspettative di chi cerca stabilità più che sorpresa.

Il rendimento effettivo netto, pari all’1,68%, tiene conto sia delle cedole annue che del fatto che il prezzo d’acquisto, attualmente a 103,52, è superiore al valore nominale. In pratica, si incassa qualcosa ogni anno, ma alla fine si riceve indietro meno di quanto si è speso. Da qui, l’importanza di calcolare bene tutto prima di decidere.

I numeri reali dietro un investimento da 100.000 euro

Facciamo finta che si vogliano investire 100.000 euro in questo titolo. Al prezzo attuale, si comprano circa 966 titoli da 100 euro nominali, per un totale di poco sotto i 100.000 euro. A questi si aggiunge il rateo netto, ovvero la quota di cedola maturata ma non ancora pagata, che vale 0,52835 per titolo. Il conto complessivo sfiora i 100.200 euro.

File crescenti di monete con piantine
I numeri reali dietro un investimento da 100.000 euro-trading.it

Ogni anno, questo investimento genera cedole nette per circa 2.880 euro, per un totale di circa 8.640 euro in tre anni. Alla scadenza si ricevono 96.600 euro, che è il valore nominale complessivo dei titoli acquistati. Significa che si subisce una perdita in conto capitale di circa 3.600 euro, rispetto a quanto pagato inizialmente.

Il guadagno netto finale? Circa 5.000 euro in tre anni, che corrisponde proprio all’1,68% annuo netto. Nulla di straordinario, ma per chi punta alla prudenza e vuole dormire tranquillo, può avere un senso.

I rischi da non sottovalutare

Anche se parliamo di un BTP con durata residua breve, i rischi non spariscono del tutto. Il primo è quello legato al mercato dei tassi: se i tassi d’interesse dovessero salire, il prezzo del titolo potrebbe scendere. La duration modificata, pari a 2,65, ci dice che per ogni punto in più nei tassi, il prezzo potrebbe perdere il 2,65%.

C’è poi il fattore inflazione: se il costo della vita aumenta più del previsto, il rendimento reale potrebbe diventare poco interessante. E per chi ha bisogno di liquidare l’investimento prima del 2028, c’è sempre il rischio di vendere in perdita se i prezzi nel frattempo sono scesi.

Tuttavia, se si porta il titolo fino alla scadenza, il ritorno è chiaro fin da subito. Questo lo rende adatto a chi cerca un rendimento sicuro e contenuto, sapendo esattamente cosa aspettarsi, senza sorprese.

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